Perugia ha il suo eroe

Domenica 29 gennaio si celebra la festa del patrono san Costanzo

La tradizione che fa di Costanzo l’eroe per antonomasia della cristianità perugina, l’effettivo fondatore di quella chiesa, è, a giudizio concorde di studiosi quali il Lanzoni e il Delehaye, antica e seria, confermata da molti solidi argomenti, tra cui la diffusione del culto, come dimostrano le chiese erette ab antiquo in suo onore. Le notizie della sua vita e del suo martirio sono affidate a più redazioni della passio; la più antica di esse lo chiama ‘Constantius pontifex’: ‘non potrebbe quindi rigettarsi assolutamente la qualità di vescovo data a Costanzo’ (Lanzoni). Costanzo è anche ricordato dal Martirologio Geronimiano al 29 gennaio, con l’espressione ‘in Tuscia, Constanti’. Il martirio è collocato concordemente dalle Passiones al tempo di Antonino Pio, e cioè al 150 circa, anche se una lectio vulgata lo colloca poco più tardi, sotto Marco Aurelio e papa Soter, al 175 circa. Il martirio è ricco di torture e di eventi straordinari ad indicare la singolarità della sua vita e della sua testimonianza. Suo torturatore fu il preside Carisio, che lo fece gettare nelle terme facendone aumentare molte volte il calore; se ne sprigionò una intensa luce, che colpì i custodi e i loro familiari, i quali, fattisi cristiani, convinsero Costanzo a fuggire a Monticelli, località dell’agro perugino, in casa di un certo Anastasio. Insieme ad altri cristiani Costanzo fu nuovamente gettato in prigione, non senza aver prima guarito degli infermi. Di nuovo i cristiani lo costrinsero a fuggire verso Assisi, ma fu ripreso dalle guardie dell’imperatore, che lo malmenarono e lo rinchiusero in carcere ad Assisi, – laddove erano stati precedentemente rinchiusi dei cristiani spoletini, martiri anch’essi, e cioè il giovane Ponziano e il prete Concordio – , per essere poi condotto da Assisi a Spoleto (dalla passio spoletina risulta che anche Ponziano subì il martirio a Spoleto il 14 gennaio 175). Giunto però a Spello, Costanzo fu decapitato all’altezza del ‘trivio’ di Foligno (il Pellini dice ‘trebbio’ = Trevi?), in una località che al tempo dello storico Jacobilli (sec. XVII) era ancora chiamata ‘campagna di San Costanzo’: lì sorse in seguito una pieve intitolata al vescovo perugino, demolita nel 1527. Il suo corpo, per indicazione d’un ‘angelo’, fu identificato e riportato a Perugia da un certo Leviano, forse un funzionario imperiale, che lo seppellì in una parte dell’area cimiteriale del colle ‘Capraro’ o ‘Calvario’, detta anche, dal nome greco di ‘capra’, ‘areola’. Anche nel luogo della sepoltura sorse prima del 1027 una pieve che, dopo un rifacimento, fu consacrata nel 1205. I resti del martire furono collocati in un sarcofago romano sotto l’altare maggiore. Di essi si fece ricognizione nel 1781, con solenne traslazione e deposizione in un nuovo sepolcreto il 1’maggio 1825. La Sacra Congregazione dei riti ha autorizzato il culto con decreti del 2 novembre 1605, 21 novembre 1643, 17 luglio 1830. È ricordato come vescovo nel Martirologium Romanum al 29 gennaio. La civica autorità rese ufficiale nel 1310 il culto a san Costanzo come patrono della città e fondatore della diocesi, stabilendo, alla sera della vigilia, una grandiosa ‘luminaria’, ripristinata da pochi anni, con l’offerta del cero votivo a nome della città. Sono molte le chiese tra Umbria e Marche dedicate al protomartire perugino: oltre quelle già menzionate di Foligno e di Perugia, sono da ricordare la chiesa altomedievale di Trevi, costruita a ridosso delle mura urbiche in località detta ‘la costarella di san Costanzo’; quella di Orvieto, demolita per far posto alla grande basilica del miracolo eucaristico in cima alla rupe; le chiese di Sarnano nelle Marche (sec. XI, con cripta), di Assisi (con altre chiese dipendenti), di Città di Castello, di Spello. Al vescovo perugino sono pure intitolati Castel San Costanzo, nei pressi di Fano, la cui chiesa parrocchiale ha una reliquia del martire risalente al tempo della ricognizione del vescovo di Perugia Odoardi (1786); la parrocchia di Castel delle Forme, nel territorio perugino (Marsciano), prossima ad una sorgente d’acqua chiamata ‘fonte di san Costanzo’ in zona archeologica; la parrocchia di Torrita di Siena. Una reliquia molto onorata trovasi a Pergola.

AUTORE: Giuseppe Chiaretti