Con luminaria e vespri, la città di Perugia inizia le solennità per il patrono Costanzo

Con un’ampia partecipazione del popolo di Dio, dopo la pandemia è tornata la tradizionale processione della “luminaria” alla vigilia della festa del Santo patrono della città di Perugia e dell’arcidiocesi – Costanzo, vescovo e martire – nel pomeriggio del 28 gennaio. La rievocazione religiosa e civile della storia del Santo fondatore della prima comunità cristiana perugina, menzionata negli Statuti comunali del XIV secolo, si è svolta – come vuole la tradizione – alla presenza dell’arcivescovo Ivan Maffeis e del sindaco Andrea Romizi. 

Di fronte a Palazzo dei Priori, dopo la lettura da parte del podestà Franco Ivan Nucciarelli dell’antica ordinanza istitutiva della “luminaria”, risalente al dicembre 1310, si è svolta la benedizione del fuoco e dei presenti da parte dell’Arcivescovo al suono della campana della torre civica. Durante il percorso (via Fani, piazza Matteotti, via Oberdan, scalette di Sant’Ercolano, corso Cavour, borgo XX Giugno, Porta San Pietro, via San Costanzo, basilica di San Costanzo) chiarine e tamburi hanno scandito l’incedere della processione.

Da palazzo dei Priori, il corteo della “luminaria”

La “luminaria”, dal palazzo comunale dei Priori alla basilica minore di San Costanzo, ha percorso la “via sacra” al canto delle litanie dei santi, accompagnata dal corteo storico dei figuranti delle cinque porte medievali della città. Nella basilica di San Costanzo si è tenuta la recita dei primi vespri con l’omaggio simbolico al Santo patrono dei doni votivi del cero, della corona di alloro, del torcolo (dolce tipico della festa in ricordo del martirio del Santo), il vin santo e l’incenso. 

La riflessione del vescovo Ivan

“Probabilmente, davanti all’elenco stilato dall’apostolo Paolo, che mette in fila ‘tribolazione, angoscia, persecuzioni, pericoli…’ – ha detto l’arcivescovo Maffeis nella sua omelia -, non avremmo nessuna difficoltà ad aggiungere anche altre situazioni che pesano sul cuore ci ciascuno; situazioni che preoccupano, spaventano, umiliano e dissolvono questa sintesi meravigliosa che è la vita. A farci difetto, semmai, è la fiducia; quella che è venuta a mancare in tanti è la certezza che la nostra esistenza sia davvero accompagnata e custodita dalla Provvidenza; le parole così alte e ferme di san Paolo – per cui ‘nulla potrà mai separarci dall’amore di Dio’ – rischiano di suonare retoriche, una sorta di modo di dire, buono forse per le nostre liturgie, ma lontano dalla vita”. Il video integrale della preghiera del vespro…

La memoria dei santi delle nostre comunità

“Abbiamo tutti sotto gli occhi – ha aggiunto il vescovo Ivan – una storia intrisa di violenza e di sangue, dall’Ucraina all’Iran per citare gli esempi più macroscopici, una storia che sembra smentire la presenza di un disegno, di una ragione, di un Dio amico. Questa nostra stessa storia, però, è attraversata anche da un altro filo. C’è un filo rosso che racconta di esistenze donate, di perdono offerto, di amore portato con pazienza e generosità fino alla fine; racconta di un’esperienza che ha a che fare con la realtà, dà fondamento alla vita, la apre alla fraternità, alla carità, all’attenzione al debole e al povero. L’inchiostro di questa storia scorre nelle vene dei santi, di San Costanzo e dei tanti santi che sono tra noi che custodiscono le nostre famiglie, le nostre comunità e le nostre città. La loro vita è interpretazione concreta del Vangelo. La loro fede, la loro cultura e le loro scelte hanno costruito questa nostra Città. Farne memoria – ha concluso l’Arcivescovo della Chiesa perugino-pievese – è fonte di riconoscenza; assumerne l’eredità è condizione e possibilità di futuro”.

Mons. Maffeis, prima di impartire la benedizione finale, ha ringraziato l’amministrazione comunale e le diverse realtà civili e religiose che si sono prodigate per i festeggiamenti in onore del Santo patrono. Un particolare ringraziamento il vescovo Ivan lo ha riservato alla corale della Polizia municipale, che ha animato la celebrazione intonando, come è tradizione, l’antico inno a san Costanzo, il “canto delle scolte”, il “coprifuoco”, che invoca la protezione dei santi sulla città degli uomini.

Il sindaco Romizi: “Tornano fiducia e speranza”

“La festa di san Costanzo – ha detto il sindaco Andrea Romizi a margine della celebrazione dei vespri – è fortemente sentita dai perugini. Quest’anno, dopo le restrizioni imposte dalla pandemia, la nostra comunità può ritrovarsi ancora una volta unita per godere di questo momento nel suo svolgimento più tradizionale. Un fatto che, insieme alle parole pronunciate dall’arcivescovo Maffeis in occasione della sua prima omelia per questa solennità, ci infonde fiducia e speranza”.

a cura di Riccardo Liguori, hanno collaborato Daniele Morini e Luca Adriani

LASCIA UN COMMENTO