Perdonateci se noi di una certa etĂ ricordiamo con nostalgia il passato. La campagna elettorale di questi giorni mi fa pensare a quella che 62 anni fa faceva, in America, John Fitzgerald Kennedy per le elezioni presidenziali; le vinse; non giunse vivo alle successive.
Attirava lâinteresse anche in Italia perchĂŠ era giovane, brillante, e cattolico; anche se poi si capĂŹ che nella sua vita personale non era un santo. Ma aveva due frasi di culto.
Una fu adottata anche da don Lorenzo Milani (che invece era davvero un santo): â I care â che potremmo tradurre liberamente cosĂŹ: se vedo che câè un problema, che qualcuno è in difficoltĂ , ebbene, io me ne faccio carico. Lâaltra era una esortazione ai giovani: non chiedete che cosa il vostro Paese può fare per voi, chiedete che cosa voi potete fare per il vostro Paese. Lâuna e lâaltra di queste frasi spingevano ad assumersi impegno e responsabilitĂ per il bene collettivo. A dare, prima che a prendere.
Mi chiedo se nella campagna elettorale di oggi ce ne è qualche eco, ma mi sembra di no. Tutti – sia pure in forme diverse – promettono benefici che comporteranno maggiori spese per lo Stato; nessuno parla di tagli di spesa o peggio ancora di aumenti di tasse. Quindi il nostro Stato, che giĂ ha un debito stratosferico, chiunque vinca si troverebbe a spendere ancora di piĂš, e quindi ad avere un debito ancora maggiore.
Non è un invito alla responsabilitĂ , ma alla irresponsabilitĂ . Un pensiero inquietante è che quando JFK lanciava quelle parole d’ordine, lo faceva perchĂŠ cosĂŹ pensava (almeno crediamo), ma anche perchĂŠ si aspettava che gli portassero voti. Se oggi i politici non fanno appelli di quel genere, forse non credono che ci guadagnerebbero voti.
Quindi la perdita di senso civico è generale. Ora, è vero che lo Stato è al servizio dellâindividuo, e non viceversa; però è anche vero che – come dice lâarticolo 2 della nostra Costituzione – lo Stato non solo garantisce i diritti inviolabili della persona, ma esige anche lâadempimento, da parte dei singoli, dei doveri inderogabili di solidarietĂ politica, economica e sociale.
Ecco: è la solidarietà il valore fondante di una comunità , e quindi di uno Stato. Mi sembra tenuto alquanto in ribasso.
C’era chi non prometteva di largheggiare…. e per questo non è tra i vincitori … c’è chi in questi anni ha dato prova di responsabilitĂ … e per questo non è tra i vincitori…
Sola responsabilitĂ dei partiti la mancanza di senso civico, corretta informazione sullo stato dei nostri conti ed effettive possibilitĂ per il futuro?
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