Quanti sono i gruppi di maggiaioli del Subasio

SUBASIO. Vari gruppi si impegnano nella riscoperta e diffusione del canto tradizionale di stornelli, “maggi” e Passioni
Il gruppo cantamaggio della Proloco Costa di Trex
Il gruppo cantamaggio della Proloco Costa di Trex

Terminato il mese di maggio, si protrae ancora l’impegno dei maggiaioli, propensi ad animare ricorrenze, incontri e manifestazioni. Il repertorio più caratterizzante include il canto del maggio, il canto della Passione e al contempo il canto di strambotti e stornelli: una esecuzione vocale solitamente accompagnata da organetto, fisarmonica e strumento a percussione.

Vari gruppi di maggiaioli, più o meno strutturati, risultano attivi nella vasta area del Subasio, anche se il nostro obiettivo si è, nel caso specifico, ristretto a due realtà, senza dimenticare i maggiaioli “indipendenti” – come il fantasioso Vittorio Rosati – che preferiscono aggregarsi liberamente di volta in volta.

Risale al 2003 la nascita della “Brigata della montagna”, sviluppatasi secondo la linea progettuale della Pro loco di Costa di Trex ed innervatasi grazie all’apporto di elementi esterni alla nota località: Alessandra Berellini, M. Balani, T. Catarinelli, M. Cimarelli, A. Fortini, P. Frascarelli, Rita Gasparrini, Francesca Menichelli, L. Mirti Mancinelli, A. Panzieri, A. Passeri, Valentina Rossi, E. Vignati. Nel 2009 vengono alla ribalta i “maggiaioli de la Pieve” per iniziativa del maestro di pianoforte Fabio Berellini, che ha raccolto intorno a sé un nucleo di amici – Giampiero e Matteo Becchetti, Giacomo Carfagna, Sandro Rossi – con la volontà di perseguire un’autentica operazione di impronta popolare fondata sui “trascorsi” della comunità di Pieve S. Nicolò e dintorni.

Il citato Fabio, abile suonatore di un organetto costruito da un artigiano abruzzese, è stato peraltro allievo per un corso di specializzazione di Paola Maurizi, titolare della cattedra di Storia ed estetica musicale ed inoltre docente di Etnomusicologia presso il Conservatorio di musica di Perugia. La stessa Maurizi ha dichiarato: “I canti dei maggiaioli appartengono ad una cultura peculiarmente contadina, ispirati dai lavori agresti e da occasioni festive. Si tratta di canti tramandati oralmente per secoli da padre in figlio, fino agli anni ’60 del ’900, quando la tradizione orale si è interrotta. Soltanto a partire da tempi recenti è dato notare un’attenzione verso il repertorio etnomusicale”.

Come si ravvisa la risorta attenzione? “È dimostrata dal sorgere di gruppi intenzionati a recuperare e valorizzare un patrimonio popolare la cui autenticità, a causa del vuoto di interesse protrattosi, ha subìto inevitabili contaminazioni”… Devastanti e fuorvianti? “Nonostante scambi con differenti avventure musicali, il patrimonio etnomusicale del monte Subasio ha mantenuto una particolare identità che va comunque approfondita con uno studio ulteriore delle trascrizioni di affidabili registrazioni effettuate in loco”.

AUTORE: Francesco Frascarelli