Qui il Vangelo va in porto

Oratorio estivo a Pian di Porto: cinque settimane di evangelizzazione per i giovani

Tra gli oratori più “giovani” della diocesi trova posto quello di Pian di Porto che, dallo scorso anno, ha aperto i battenti nell’unità pastorale “S. Martino I Papa” comprendente le parrocchie di Ponte Rio – Pian di Porto, Pian di S. Martino – Cecanibbi, Ilci – Cacciano, Due Santi – San Damiano, Montemolino. Tra le anse del Tevere, nella bella struttura del convento di S. Maria del Porto (antico insediamento francescano, ora sede della parrocchia), per cinque settimane si è svolta questa bella esperienza di evangelizzazione e di educazione ai valori umani. Lo schema delle giornate e la composizione dei partecipanti è più o meno la stessa degli altri oratori estivi della nostra regione (sussidio sui Pirati di Tartatown), per cui non mi dilungherò sui numeri e sui dati, ma farò alcune considerazioni. – In primo luogo, senza fare grandi sforzi e senza dare tante spiegazioni, con grande facilità si sono abbattute le distanze e i campanilismi propri delle nostre piccole comunità. Nessuno si è lamentato del fatto che fosse stato scelto un luogo piuttosto che un altro. Tutti hanno convenuto sull’opportunità di fare insieme questa esperienza. – Durante l’inverno ci affanniamo tanto a fare il catechismo e a insegnare le preghiere dividendo i ragazzi per classi. Con l’oratorio abbiamo fatto quasi un’ora di catechismo al giorno con canti, riflessione per tutti sul Vangelo, segno e preghiera. Tutto questo coinvolgendo tutti i partecipanti sia ragazzi che animatori. – Un bel segno è stato quello di famiglie di immigrati (soprattutto dall’Est Europa) che ci hanno chiesto di accogliere i loro ragazzi. Dopo un’ora erano tutti perfettamente integrati. Non aggiungo altro. – Noi non abbiamo chiesto nulla (in denaro)… abbiamo ricevuto offerte a sufficienza e ci sono avanzati anche un po’ di soldi da investire per le prossime esperienze e per la miglioria degli ambienti e delle attrezzature. “Date e vi sarà dato” disse un “tale”. – Le famiglie hanno affidato a noi sacerdoti e agli animatori i loro figli: vuol dire che si sono fidati di noi e che la nostra proposta educativa ha ancora molto da dire e da dare. La partecipazione alla festa finale è stata una ulteriore conferma a questa tesi. – Anche se l’oratorio è terminato, questo non significa che l’esperienza debba finire per riprendere l’anno prossimo. Ci siamo inventati l’“animatorio”: sulla scia di quel sano entusiasmo che si genera fra gli animatori (circa una ventina), abbiamo pensato di continuare l’oratorio per loro e a misura della loro età. Ci ritroviamo insieme nell’oratorio cittadino di Todi per pregare le lodi, stare insieme, preparare, fare delle esperienze significative (visita a monasteri, case Caritas, altri oratori) e delle uscite che aiutino a crescere nelle relazioni.Forse i nostri non sono come quegli oratori della grande tradizione lombarda; tuttavia, nonostante qualche imperfezione organizzativa, la barca dei pirati di Tartatown ha retto l’impatto col mare. Alle considerazioni fatte poc’anzi, occorrerebbe aggiungere anche quelle riguardanti gli aspetti da migliorare e i lati meno belli, ma questa volta ci accontentiamo di non lamentarci e di cogliere ciò che di positivo questa esperienza ci ha offerto.

AUTORE: Don Alessandro Fortunati