Reliquia di famiglia

La devozione al Santo Anello mette in luce il tema della famiglia

Molti perugini non sanno di questa veneranda reliquia, che è stata loro consegnata da un religioso straniero, un certo frate Vinterio di Magonza (Germania) nel lontano 1473. Altri ricordano vagamente che c’è dentro la cattedrale di San Lorenzo una cappella detta del Santo Anello, e niente altro. Altri ancora, che conoscono la storia di questo oggetto di devozione, ne rimangono indifferenti e distaccati come verso qualcosa che non ha fondamenti validi di storicità e pertanto non merita fede. A questo proposito, è indubbio che sarebbe oltremodo presuntuoso voler dimostrare che quell’anello è veramente l’oggetto donato da Giuseppe a Maria nel giorno del loro fidanzamento – matrimonio. È altrettanto arbitrario voler dimostrare la storicità, sulla base della documentazione che la scienza storica richiede, di quasi tutte le reliquie che sono devotamente custodite e onorate in tutta la cristianità. Sarebbe lungo aprire un discorso su tale argomento. Quello che si può dire è che la presenza di questo anello nella pietà popolare risale a prima dell’anno Mille, e da allora ha avuto un’ininterrotta venerazione. La proprietà del Sant’Anello originariamente era del Comune, cui lo consegnò il frate francescano che lo portò da Chiusi fino a Perugia. Tuttora il Comune vi dedica attenzione, con un’oculata custodia del prezioso oggetto. La data dell’esposizione, 29 luglio -30 luglio, è legata al trasferimento dal Comune di Perugia alla cattedrale di S. Lorenzo, svolta con grande concorso di popolo il 29 luglio 1488. Da allora in questo giorno si espone la reliquia alla devozione del popolo. È stata una lieta sorpresa venerdì scorso (il 29 luglio appunto), in occasione dell’annuale esposizione, osservare come la visita alla cappella per pregare davanti al Sant’Anello fosse fatta da molti stranieri; coppie, con i loro biondissimi bambini, prendere posto sull’inginocchiatoio coperto di raso rosso e sostare osservando con attenzione il prezioso reliquiario. Forse in tempi in cui la pietà popolare riscopre tradizioni e percorsi di pellegrinaggi, non sarebbe un’idea “peregrina” rivitalizzare il pellegrinaggio dei fedeli della diocesi al Sant’Anello per pregare per le famiglie, i fidanzati, la fedeltà matrimoniale in tempi di crisi di questi valori, dei quali il Sant’Anello, come ha detto mons. Giuseppe Chiaretti, vescovo emerito di Perugia, durante il suo ministero, è comunque un efficace e suggestivo “memoriale”.

AUTORE: E. B.