Rete museale: un’esperienza unica nel panorama nazionale

"Frate Francesco e il francescanesimo": documenti e testimonianze artistiche

Riscoprire opere d’arte e memorie legate al francescanesimo, in un momento in cui si fa più pressante la speranza di pace nel mondo. Proprio con questo auspicio è stata lanciata da Assisi una iniziativa che riunisce gli spazi espositivi della rete museale ecclesiastica dell’Umbria. Dal giorno dedicato al Patrono d’Italia e fino al 3 novembre nei musei del circuito saranno esposti documenti e testimonianze artistiche legati a san Francesco e al movimento francescano. L’iniziativa è stata presentata, presso il Sacro convento di Assisi, dal vescovo della città, mons. Sergio Goretti, dal delegato della Conferenza episcopale umbra per i beni culturali ecclesiastici, mons. Giampiero Ceccarelli, e da Carlo Tatta, vice presidente dell’Associazione musei ecclesiastici italiani. Oltre che proporre la riscoperta di tracce inedite o dimenticate di san Francesco nei musei diocesani dell’Umbria, il lancio della rassegna itinerante “Frate Francesco e il francescanesimo” è servito anche per una riflessione sul circuito museale che la Ceu ha voluto costituire fin dalla primavera di quest’anno, un’esperienza che, per ora, resta unica nel panorama ecclesiale nazionale. “Quello umbro – ci spiega Carlo Tatta – è il primo caso di una rete istituzionalizzata con l’assenso e il sostegno della Conferenza episcopale regionale. E’ quello che ci proponiamo di fare e che stiamo avviando in altre realtà regionali, in particolare in Piemonte e in Veneto”. Una realtà importante quella umbra, anche fuori dai confini regionali?”Certo. Mette in luce una singolare intelligenza operativa e una spiccata capacità manageriale. I musei umbri non sono chiusi in uno stretto localismo, ma si sono aperti, hanno tessuto e costruito una rete molto valida. Una rete che non si contrappone a quella dei musei civici o ai musei privati, ma che fa riconoscere la peculiarità del museo ecclesiastico pur dialogando con tutti gli altri”. Questo non è altro che l’impegno principale della vostra associazione, non è vero?”L’Amei oggi è impegnata proprio in questo senso: stimolare le regioni ecclesiastiche a costituire reti museali. E’ la scommessa vincente perché è un segno di grande apertura nella consapevolezza che la parola chiave dei giorni nostri è ‘rete’, per agire in una logica di sistema in cui il tutto è più della somma delle parti. L’iniziativa unitaria dei musei ecclesiastici umbri è ancora più importante in una fase come quella attuale, con la Regione dell’Umbria che sta emanando proprio una nuova normativa su questo settore. Non sono più i singoli musei diocesani che chiedono un riconoscimento all’Amministrazione regionale, ma è un intero sistema museale ecclesiastico che intende farsi valere perché siano riconosciute le sue peculiarità”.

AUTORE: Daniele Morini