Ricordo di mons. Nicolini a 40 anni dalla scomparsa

In memoria del vescovo di Assisi mons. Giuseppe Placido Nicolini nel 40° anniversario dalla scomparsa
Mons. Giuseppe Placido Nicolini
Mons. Giuseppe Placido Nicolini

Nell’anno appena trascorso ricorreva il 40° anniversario della morte di mons. Giuseppe Placido Nicolini. Vorrei ricordarlo come l’ho conosciuto: di animo dolce, ma fermo nei suoi propositi, e con ricordi “sparsi”. Uno stralcio della vita quotidiana, che merita di essere ricordato di mons. Nicolini era il suo grande amore per gli animali. In diverse foto è ritratto con cuccioli e gattini che accarezza, piccioni che si posano sulle sue mani, canarini che teneva in casa, tutti da lui curati con dedizione e amore quotidiano. Non mancava mai di presentarli agli ospiti in vescovado. Uno dei tanti aspetti di vita che distingueva il suo ministero era quello di stare molto attento al mutare dei tempi e alle istanze dei giovani.

Volle assistere alla prima messa “beat” celebrata a San Pietro ad Assisi, in occasione di un convegno dei giovani, partecipandovi attivamente in particolare aderendo alla musica e al canto scritta e composta dal maestro M. Giombini. In quella circostanza e vedendo l’entusiasmo dei giovani disse: “Se i giovani vogliono pregare così, accontentiamoli”.

Durante la visita di Papa Francesco ad Assisi (4 ottobre 2013) nella sala della Spogliazione, il vescovo mons. Sorrentino ha voluto ricordare il grande cuore che ebbe durante l’ultima guerra, nel soccorrere e salvare le vite di oltre 300 ebrei perseguitati dai nazisti e mettendo, spesso, a repentaglio la sua incolumità.

All’ospedale Santa Chiara di Trento, nel periodo della sua degenza, ho avuto modo di assisterlo in più occasioni; spesso gli chiedevo che mi raccontasse alcuni di quei momenti difficili. Le sue risposte furono sempre: “Tempi passati… tempi passati” e non aggiungeva altro.

Un particolare da non dimenticare: appena arrivato ad Assisi, in quanto vescovo, nel 1928 mise d’accordo le due Famiglie francescane in occasione della festa di san Francesco. Mi raccontava che fece tutto il possibile perché alla vigilia della festa si celebrasse il “Transito del Poverello” a Santa Maria degli Angeli con la partecipazione di tutte le Famiglie francescane e le autorità civili, mentre il giorno della festa sulla tomba del Santo.

Il giorno dell’anniversario dell’ottantesimo di professione monastica, gli presentai un dolcetto. Mi disse: “Cos’è oggi?” Risposi: “Il suo ottantesimo di professione”. Mi offrì per primo un pezzettino di dolce e disse: “Facciamo festa insieme. Molte volte ho rinnovato i voti, ora spero che sia l’ultima, per poi rinnovarli eternamente in cielo”. Ecco la festa nella semplicità per l’ottantesimo. In barba ai festeggiamenti inutili dei nostri giorni nel 25°, 30°, 40°… Ogni anno lo accompagnavo, in treno, a un istituto a La Spezia per conferire il sacramento della confermazione a un gruppo di adolescenti. Durante il viaggio, mentre recitava il breviario, si fermò e guardandomi disse: “Se fossi rimasto abate di Praglia, avrei compiuto quasi settanta anni di governo, ma avrei stancato anche le pietre del monastero”.

La malattia lo portò spesso in ospedale; nel corso della degenza era sempre assorto nei pensieri e nella preghiera. Un giorno gli domandai se avesse paura di “sorella morte corporale”. Mi rispose, ravvivandosi negli occhi, che andava incontro a un Padre, meglio a una Madre molto, ma molto più buona dei nostri padri e delle nostre madri che ci hanno voluto e fatto del bene.

Sazio di anni, ma ancor più lamentandosi con i medici per il troppo accanimento con “frate corpo”, avendo una stenosi alla gola (era alimentato con un ago nel polpaccio, grosso come un dito, che gli procurava molto dolore), chiamò il primario, il medico curante e disse loro: “Lasciatemi morire in pace, perché la mia vita, dopo molti anni, ormai l’ho vissuta”.

Il giorno successivo tolsero ogni alimentazione artificiale e dopo una settimana, il giorno della solennità di Cristo Re, il 25 novembre del 1973 alle ore 15, si spense. Il suo corpo è stato traslato a San Rufino il 14 settembre del 1975 e inumato, con grande solennità, nella parte sinistra entrando della cappellina della Madonna del Pianto.

AUTORE: Don Dario Resenterra

2 COMMENTS

  1. Proprio oggi 6 gennaio 2018, Solennita’ dell’Epifania, ricorre il 141 anniversario dalla nascita del nostro amatissimo Vescovo Mons. Giuseppe Placido Nicolini per oltre 43 anni Vescovo di Assisi. Lo ricordo con grande affetto per la sua genuina semplicita’…Per cio’ che ha dato a tutta la nostra comunita’ Diocesana. E’ stato un grande Dono per tutti noi….Come un di disse sua madre nel giorno della sua nascita “Un Dono Dei Magi” Grazie Padre Vescovo

    • Grazie per il ricordo di mons. Nicolini, e per aver messo in evidenza questo bell’articolo in cui don Resenterra ne traccia il ritratto mostrandocene la profonda umanità e fede.

Comments are closed.