Solennità di San Lorenzo: Perugia festeggia il diacono e martire

Monsignor Salvi: "È l'epoca della cultura liquida se non gassosa" 

La diocesi di Perugia – Città della Pieve ha festeggiato mercoledì 10 agosto la solennità di San Lorenzo, santo titolare della cattedrale del capoluogo umbro. Come da tradizione, il giorno della vigilia, il 9 agosto, sono iniziate le celebrazioni con i primi vespri presieduti dal vescovo ed amministratore diocesano monsignor Marco Salvi e a seguire la celebrazione eucaristica officiata dal presidente del Capitolo dei Canonici di San Lorenzo monsignor Fausto Sciurpa. Nel pomeriggio di mercoledì, la santa messa è stata presieduta dal vescovo Salvi che ha ordinato diacono permanente Simone Cicchi.

Mons. Salvi: “È l’epoca della cultura liquida se non gassosa”

“Celebrare un santo come Lorenzo ai giorni nostri, in un’epoca profondamente cambiata rispetto anche ad un passato recente, deve essere per noi cristiani un patrimonio culturale comune, mentre stiamo attraversando l’epoca della cultura liquida se non gassosa. Mancano punti di riferimento sicuri e non riusciamo a dare una risposta chiara su ‘chi è l’uomo?’ . Viviamo un’epoca profondamente segnata dalla pandemia e dalle problematiche che essa ha generato, che ancora non sono terminate”. Ha detto nella sua omelia il vescovo ed amministratore diocesano di Perugia, mons. Marco Salvi. “Celebrare San Lorenzo – ha aggiunto, fra l’altro – vuol dire assumersi l’impegno di vivere come Lui, innanzitutto la vita nella carità. La carità è in grado di generare un cambiamento autentico nelle persone e nella società”. “Se vogliamo vivere della carità come Lorenzo, non dobbiamo avere paura di perdere ciò che abbiamo e ciò che siamo. Dobbiamo anche noi dare la nostra vita, lasciando le nostre sicurezze e certezze, per vivere contro corrente abbandonando ogni compromesso o comportamento ipocrita, spesso purtroppo mascherato da comportamento cristiano, sapendo che tutto ciò che si possiede in questo mondo non è per se ma per tutti: sforziamoci di unire il nostro cuore a Dio e a spendere il nostro cuore per tutti”.