Scuola: nuovo concorso in vista

Il mese di gennaio è costellato di date da ricordare per il mondo della scuola. C’è la Giornata dell’educazione (24 gennaio) e ripartono le iscrizioni al prossimo anno scolastico (dal 18 gennaio al 10 febbraio 2024). In più quest’anno si è aggiunta la scadenza dei termini (9 gennaio) per presentare domanda per le due procedure concorsuali per docenti che si terranno da qui a pochi mesi: i concorsi per dirigenti scolastici, ordinario e riservato, e i concorsi per diventare insegnante di ruolo. Per quanto riguarda quest’ultima categoria, i bandi sono due, uno per diventare docente della scuola dell’infanzia e primaria su posto comune e di sostegno, e un altro per diventare docente della scuola secondaria di primo e di secondo grado, sempre su posto comune e di sostegno.

Nuovi concorsi nella scuola: sono pochi
i posti messi a disposizione in Umbria

Ancora passaggi di ruolo dunque, a soli due anni dall’ultimo concorso per docenti tenutosi nel 2022. Una buona notizia di sicuro per l’esercito di precari della scuola, un po’ meno buona per chi ha sostenuto il concorso di recente e magari era ad un passo dall’assunzione attraverso scorrimento di graduatoria. Soprattutto in considerazione del fatto che i posti banditi in Umbria da questo nuovo concorso sono pochi, pochissimi nel caso della scuola dell’infanzia e della primaria. Parliamo nello specifico di 261 posti alle secondarie di primo e secondo grado e 32 posti tra infanzia e primaria.

“Si tratta di una cosa positiva”
spiega Anna Rita Di Benedetto (Snals)

I motivi di un nuovo concorso sembrano essere legati alla disponibilità economica attuale. “L’assunzione è supportata dai fondi stanziati grazie al bando Piano nazionale di ripresa e resilienza” sottolinea Anna Rita Di Benedetto, segretaria regionale Snals (Sindacato nazionale lavoratori della scuola). “Si tratta di una cosa positiva: come sindacato cerchiamo di supportare il più possibile l’organizzazione di concorsi, anzi, auspichiamo che la cadenza regolare diventi legge, come annunciato da qualche ministro in passato”.

Ma se da una parte il fabbisogno di personale futuro è prevedibile (attraverso le proiezioni sulle nuove nascite e sui pensionamenti) e d’altra parte organizzare un concorso pubblico è molto dispendioso, allo Stato non converrebbe fare meno concorsi ma più mirati sul numero reale di posti vacanti in un arco di tempo stabilito? “Non è proprio così – chiarisce Di Benedetto -. I concorsi sono un modo per garantire l’accesso alla professione in maniera più giusta e imparziale possibile. Bisogna tenere conto, ad esempio, che ogni anno ci sono nuovi insegnanti neo laureati da inserire. Facendo concorsi più ravvicinati tutti hanno la possibilità di provare il passaggio di ruolo”.

Nel prossimo concorso è prevista la lezione simulata

Il concorso 2024 bandito grazie alle nuove modalità previste dal Pnrr è un concorso che prevede le consuete prove scritte e orali. C’è però una novità: l’introduzione, come prova, di una lezione simulata. In questo modo si intende valorizzare le capacità didattiche dei candidati oltre che le conoscenze. La prova scritta, che si svolgerà al computer in 100 minuti nella regione in cui è stata fatta la domanda, sarà composta da 50 quesiti a risposta multipla sulle materie pedagogiche, psicopedagogiche e didatticometodologiche. La prova orale invece mirerà ad accertare il grado di conoscenza nella disciplina scelta.

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