È sempre più diviso, il Partito democratico: l’elezione, molto contestata, di Dante Andrea Rossi a segretario della provincia di Perugia non ha fatto registrare quel cambiamento – cioè un’unita di intenti – , che tanti invocavano, magari solo a parole. Ora si guarda alla Segreteria comunale di Perugia. Il 23 novembre verrà eletto il successore di Franco Parlavecchio.
Ma torniamo all’elezione di Rossi, duramente contestata da Valerio Marinelli che aveva espresso la contrarietà alla ripartizione dei delegati, considerato che aveva registrato il maggior numero di consensi. La Commissione nazionale ha invece riconosciuto la legittimità dell’elezione di Rossi, con molti “distinguo”.
In una lettera spedita alla Commissione provinciale e a quella regionale, il responsabile nazionale Organizzazione del Pd, Davide Zoggia, ha ricordato che, nonostante Roma avesse concesso la possibilità di tenere più avanti il congresso, si è “deciso ugualmente di tenere l’assemblea”. Nella lettera, Zoggia ha sottolineato: “Lungi da noi voler mettere in discussione tale risultato”, ricordando lo “spirito federale del Pd” e la costante ricerca di “soluzioni il più largamente condivise”. Ecco perché “risulta inopportuno un tale comportamento, incurante della funzione istituzionale e delle Commissioni ai diversi livelli, e peraltro passibile di ricorsi avverso il mancato rispetto della forma delle modalità dovute al sereno svolgimento dell’iter congressuale”.
Pare una nota, un po’ pilatesca, perché da un lato riconosce la legittimità dell’elezione di Rossi ma riconosce, al tempo stesso, che qualcosa non è andato per il verso giusto. Secondo Marinelli, il via libera a Rossi da parte di Roma è stata una “decisione piuttosto schizofrenica”, rilevando che “forse l’impellenza della normalizzazione delle fibrillazioni politiche nei territori ha prevalso su ogni altra considerazione anche sul piano nazionale”.
Sul piano politico, Marinelli ha sottolineato la “frattura verticale” dentro il Pd, spiegando che “tre minoranze antitetiche non si sono compattate in un coerente progetto, ma si sono coagulate al fine di scavalcare una maggioranza relativa uscita con chiarezza dal voto degli iscritti”.
Rossi ha auspicato che l’elezione “ponga fine a sterili polemiche interne e alle strumentalizzazioni degli ultimi giorni. Da oggi bisogna affrontare i temi reali che interessano ai nostri concittadini”.
Dopo una divisione così profonda per l’elezione della Segreteria provinciale, sembra davvero improbabile la possibilità – mai riuscita peraltro – di mettere d’accordo le varie anime del Pd, sempre più diviso in correnti, specchio di un’epoca che appariva sepolta dalla storia.