Seguiamo con costanza la parola di Dio

Intervista a don Marco Gasparri, sacerdote novello dal 6 gennaio. La sua vita, la sua vocazione, la sua spiritualità

Domenica scorsa abbiamo celebrato la festa della Conversione di san Paolo, modello di vita per tutti i cristiani e in modo particolare per i sacerdoti. A distanza di pochi giorni dalla sua ordinazione incontriamo don Marco Gasparri, per conoscerlo ancora meglio e sapere come la testimonianza dell’Apostolo delle genti parli a lui e, con lui, ad un prete del nostro tempo. Raccontarci un po’ della tua vita. ‘Sono nato il 2 ottobre 1979 a Orvieto, ho sempre vissuto a Ciconia con i miei genitori Enzo e Valentina e mia sorella Laura”.Come hai scoperto la tua chiamata al sacerdozio? ‘Non è semplice da spiegare, perché è il frutto di molte esperienze e di numerosi incontri con persone significative per la mia crescita vocazionale. Sicuramente un primo impulso alla fede me lo ha dato la mia famiglia, dopo è stato un continuo servizio alle attività parrocchiali più diverse, passando attraverso il servizio Caritas, i pellegrinaggi con l’Unitalsi e le attività con i giovani. La svolta, forse, è riconducibile ad un incontro, quello con i poveri, conosciuti attraverso l’Operazione Mato Grosso, che mi ha permesso di conoscere persone importanti che hanno saputo dare una risposta concreta al mio desiderio di felicità’. Quanti anni sei stato in Perù e cosa hai fatto? ‘In Perù sono stato due anni in una missione dell’Operazione Mato Grosso con compiti molto vari: passavo dal fare il carpentiere per costruire case per i poveri a fare il catechismo all’oratorio delle Ande. Tutte queste attività, però, avevano sempre lo stesso fulcro e cioè i poveri e fare qualcosa per loro. In Perù ho anche scoperto la mia vocazione, e proprio là ho iniziato il mio cammino di formazione sacerdotale’. Come hai cominciato e continuerai a svolgerai la missione sacerdotale? ‘La svolgerò cercando di ricordare sempre i motivi che mi hanno spinto a intraprendere questa strada, trovando il modo di aiutare i giovani di questi nostri tempi a fare delle scelte coraggiose nella vita, e portarli a conoscere Cristo. La tua scelta, oggi, è abbastanza inusuale: quale messaggio mandi ai giovani? ‘Il messaggio è molto semplice, è quello di non avere paura di aprire le porte del proprio cuore a Cristo, e di darsi sempre da fare per aiutare chi è nel bisogno, tanto in Italia quanto in giro per il mondo’. Per essere sacerdote devi sicuramente avere un buon rapporto con Dio. Dicci qualcosa a riguardo.’La cosa che mi ha aiutato più di tutti a instaurare un rapporto con Dio è lo stare in ginocchio davanti al Santissimo e chiedere perdono per i miei peccati’. È da molto tempo che conosci la vita e leggi gli scritti di san Paolo. Come ti aiutano nel tuo ministero apostolico? ‘San Paolo è molto importante perché ci insegna a seguire con costanza e impegno la Parola di Dio, di fronte alle difficoltà e ai problemi che questo può portare. In più san Paolo ci aiuta a capire che le comunità cristiane vanno sempre seguite e curate facendo attenzione a non perdere la strada di Gesù Cristo’. Quali sono le difficoltà apostoliche che trovi tra la nostra gente? ‘Forse la difficoltà maggiore sta nel vincere la diffidenza e il menefreghismo dei nostri tempi. Anche nelle nostre realtà, piccole e ancora tradizionali, si sente una mancanza di attenzione verso il prossimo e una ricerca affannosa del proprio benessere, che viene soddisfatto con beni materiali e non con l’ascolto della Parola’.

AUTORE: Marcello CrucianiMichela Massaro