Sempre più malati del gioco d’azzardo

Si chiama “ludopatia” ed è una malattia difficile da curare, che sta diventando quasi un’epidemia. Ha contagiato persone di tutte le età, donne e uomini, professionisti e disoccupati. Ultimamente si sta diffondendo pericolosamente anche tra i minorenni. I sintomi: l’incapacità di resistere alla voglia di tentare la fortuna con le slot machine e le altre allettanti macchinette mangiasoldi (in Umbria sono 5.500) delle tante sale giochi. Ma poi ci sono anche videolotterie, Lotto e Superenalotto e i tagliandi “gratta e vinci” che si trovano ovunque: bar, tabaccai, supermarket e perfino negli uffici postali.

Il Pil italiano va male, ma in compenso per il fatturato del gioco legale siamo al primo posto in Europa e al terzo nel mondo. Con fiumi di soldi che passano dalle tasche dei cittadini per finire nelle casse delle potenti società concessionarie che gestiscono questi giochi, e forse anche di associazioni criminali. Una parte, ma solo una parte, va allo Stato, e rientra come vincite nelle tasche dei giocatori. Vincitori – ed è proprio questa la malattia – che però tornano a giocare quei soldi con la speranza di altre vincite sempre più grandi, che però rarissimamente arrivano.

Sempre di più questo male contagia anche chi vuole arrotondare la pensione o l’indennità della cassa integrazione e chi, senza lavoro, non ha i soldi per pagare mutuo e bollette. Con famiglie che vanno in rovina, matrimoni che saltano. Vite rovinate per chi gioca e per parenti e familiari.

Perché spesso i soldi per giocare arrivano da prestiti concessi troppo facilmente da finanziarie senza scrupoli e da veri e propri usurai che si aggirano tra le macchinette. Ci sono anche società che rilevano i debiti e fanno intermediazione finanziaria con tassi di interesse molto alti. Talvolta a prestarli, ovviamente con alti interessi, sono gli stessi gestori di questi locali. Tutti drammi nascosti dagli spot della pubblicità di lotterie e giochi vari che invadono, con visi sorridenti e paesaggi di vacanze da sogno, gli schermi di televisione, computer e le pagine dei giornali. Con l’inutile e ipocrita raccomandazione: “giocate con moderazione”.

In tanti si stanno mobilitando per prevenire e combattere questa epidemia anche in Umbria, dove ogni giorno macchinette e lotterie inghiottono quasi 2 milioni di euro. La Commissione regionale d’inchiesta sulla criminalità organizzata e tossicodipendenze, presieduta da Paolo Brutti, nei giorni scorsi ha ascoltato gli operatori delle Asl e rappresentanti della Guardia di finanza e dell’Agenzia dei monopoli sul problema della ludopatia.

Sempre in Consiglio regionale è cominciato l’iter per la discussione di due proposte di legge di Oliviero Dottorini (Idv) e Sandra Monacelli (Udc) sulla dipendenza dal gioco d’azzardo (vedi sotto), mentre l’associazione Libera ha promosso una campagna di informazione. “Libera Umbria – dice Leandra Diarena – sta preparando un progetto per gli studenti coinvolgendo le scuole di Perugia, Gubbio, Foligno e Spoleto. L’abitudine al gioco nasce già a scuola. Vorremo anche predisporre un manifesto sui motivi per non giocare, e preparare spot per televisioni e radio locali. Abbiamo iniziato un monitoraggio sui bar ‘no slot’ per fare una mappa città per città”.

Proposte che hanno lo scopo di premiare questi gestori anche con agevolazioni e premi fiscali, di vietare l’apertura di nuove sale gioco vicino alle scuole e ai luoghi di ritrovo dei giovani, di sensibilizzare l’opinione pubblica sui rischi della crescente diffusione del gioco d’azzardo e della ludopatia.

Dall’audizione della Commissione regionale è emerso che la situazione dell’Umbria non è peggiore di quella del panorama nazionale, ma comunque preoccupante. Negli ultimi anni c’è stato infatti un aumento notevole del numero di giocatori “compulsivi” che chiedono aiuto alle strutture sanitarie pubbliche. Una donna è rimasta a giocare per dieci giorni di seguito, tanto che alla fine per staccarla da uno dei cosiddetti giochi di ruolo sono dovuti intervenire i medici che l’hanno sottoposta a trattamento sanitario obbligatorio. Poi c’è il problema dei giovanissimi, anche quasi bambini,. Ci sono ragazzini – ha riferito Antonella Lucantoni dell’Asl 1 – che invece di andare a scuola vanno a giocare i soldi per la merenda.

I CONTROLLI

In Italia – ha detto Donato Lecci della agenzia Monopòli di Stato di Perugia nell’audizione in Consiglio regionale – il gioco legale è dettagliatamente regolamentato, anche quello online. Il gioco lecito nel 2012 è stato stimato in 50.000.000 (miliardi!) di euro. Il 74 per cento della raccolta va in premi, il 12 per cento in tassazione, e il restante va a esercenti, proprietari e concessionari. Il colonnello della Guardia di finanza Vincenzo Tuzi ha assicurato che in Umbria non risulta un interessamento della criminalità organizzata per il gioco illegale. Nel 2013 sono stati svolti 88 controlli, riscontrando solo 6 irregolarità.

 IN UMBRIA LUDOPATIA IN AUMENTO

Il decreto Balduzzi ha inserito la dipendenza da gioco tra quelle di cui ufficialmente le Asl devono occuparsi ed ha vietato l’accesso di minori nei luoghi dove sono presenti apparecchi per il gioco. I malati di gioco patologico che si rivolgono ai servizi sono passati, nella Usl2 dai 12 utenti del 2011 ai 40 di quest’anno, con età media tra i 46 e i 49 anni. Nella Asl1 il carico medio è di 40 persone (per ogni referente) e ne arrivano di continuo. Nel 2012 e 2013 sono triplicati.

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‘Free slot’ o ‘slot free’?

Nella proposta di legge Dottorini si prevede di indicare con il marchio “free slot” gli esercizi che rinunciano al gioco d’azzardo. Ma attenzione all’inglese! Free slot significa “qui le slot machine sono gratis”! Basterà invertire i termini, come del resto si fa altrove in italia: slot-free, cioè “questo locale è libero / privo di slot machine”.

D. R.

AUTORE: Enzo Ferrini

2 COMMENTS

  1. VORREI ESSERE AIUTATO DA QUESTO PROBLEMA, OGNI VOLTA CHE ESCO LA PRIMA COSA CHE FACCIO,ANDARE A GIOCARE NON RIESCO A TIRARMI INDIETRO SE POSSIBILE INDIRIZZARMI SU QUALE STRUTTURA IDONEA PER QUESTO PROBLEMA NELLA PROVINCIA DI PERUGIA GRAZIE

    • La sua domana ci ha spinti a fare una ricerca e abbiamo trovato alcune indicazioni per il nostro territorio che abbiamo pubblicato in questo articolo che spero possa essere di aiuto.

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