Serve un reddito di cittadinanza?

La proposta di un “reddito di cittadinanza” (in pratica, un assegno minimo garantito a tutti coloro che non hanno redditi) sarebbe una cosa positiva? Beh, sì, e chi potrebbe dire di no? Sarebbe un aiuto a tante persone in difficoltà e anche una buona spinta all’economia generale. Ma purtroppo le domande da porsi sono altre: quanto costerebbe? Dove si prendono i soldi? A che cosa siamo disposti a rinunciare in cambio?

Sembrano domande meschine, grette. Ma bisogna mettersi in testa che questo tipo di domande sono l’essenza della politica; e se la politica vuol essere democratica, sono l’essenza della democrazia. Anzi, in un sistema democratico sono ancora più importanti, perché per il tiranno è facile e naturale fare pagare al popolo i prezzi delle sue scelte, ma quando è il popolo a decidere per se stesso è difficilissimo che riesca a capire davvero che cosa prende e che cosa gli sarà tolto. Anche perché il politico che chiede il voto alla gente, le spiega quali saranno i benefici immediati – ammesso che poi ci siano davvero – ma si guarda bene dal rivelare quali saranno i prezzi da pagare domani o dopodomani.

Inutile illudersi: come dicono gli economisti, non esiste un pasto gratis (se non lo paga chi mangia, pagherà certamente qualcun altro). Il difficile della politica, per l’elettore come per il governante, non sta nel discernere ciò che è desiderabile da ciò che è dannoso; sta nello scegliere fra due cose ugualmente desiderabili, quando si sa che puoi avere l’una o l’altra ma non tutte e due insieme. O nello scegliere tra due sacrifici ugualmente dolorosi, quando si sa che per evitare l’uno devi accettare l’altro, non c’è scampo. Queste scelte si impongono ogni giorno: chi dice il contrario, si inganna o ti inganna.

Quanti trionfi elettorali sono stati costruiti con questi inganni? Ecco ciò che rende problematico il concetto stesso di democrazia: il diritto di voto è sacrosanto, ma come si fa a sapere che cosa votiamo, quando votiamo? Ben venga la proposta del reddito di cittadinanza. Ma, per favore, diteci anche a che cosa si dovrà rinunciare in cambio.

 

AUTORE: Pier Giorgio Lignani