Sete di verità sete di Dio

l’editoriale

Sfogliando le pagine di questo settimanale possiamo spesso leggere inviti a partecipare ad iniziative culturali proposte da enti privati pubblici e religiosi. Qui mi permetto di segnalare quelle che provengono dal mondo cattolico. Sono spesso serie ed offrono riflessioni sui temi più disparati della dottrina cristiana sul versante teologico, antropologico ed ecclesiale, con tutte le articolazioni specifiche che abbracciano tutti i misteri di Dio e della vita umana. Iniziative, corsi, conferenze, seminari sono proposti dalle diocesi, con coinvolgimento anche di vescovi e docenti qualificati, dalle parrocchie e da centri culturali sparsi nel territorio. L’istituzione più prestigiosa che abbiamo a livello regionale è l’Istituto teologico di Assisi (Ita) che ha sede nei locali del Sacro Convento di San Francesco, di livello universitario, collegato con la Pontificia università del Laterano. Molti umbri sono all’oscuro di questo polmone di cultura cattolica, che rappresenta un fiore all’occhiello delle Chiese dell’Umbria e degli Ordini e Congregazioni che lo sostengono. Si possono conseguire anche i gradi accademici di baccellierato, dopo cinque anni, e di licenza dopo sette. Spesso si citano istituzioni “di eccellenza” che poi si scopre che hanno solo 14 iscritti al primo anno, come abbiamo letto recentemente, con professori vecchi e dello stesso stampo mentale, mentre noi possiamo frequentare una facoltà teologica giovane e di ampio respiro. Esiste da molti anni, ma forse l’Umbria non se n’è mai accorta, forse anche per colpa dei passati consigli direttivi. Forse. (Per saperne di più si può visitare il sito web: www.istitutoteologicoassisi.it/v2). Vi sono poi iniziative culturali, corsi di formazione per i vari ministeri, conferenze e dibattiti. Quanti cattolici, trovandosi in certe occasioni e interrogati su determinati temi, vorrebbero sapere qualcosa di più della propria e dell’altrui fede! Un’esigenza sentita ancor più oggi di fronte ad una dilagante ignoranza religiosa di cui fanno mostra anche alcuni nostri politici che parlano di ciò che non sanno, come nel caso della proposta dell’insegnamento della religione islamica nelle scuole pubbliche. Eppure si nota tanta pigrizia mentale. Un’esigenza ancora più profonda, una sete di verità e di senso è quella dell’uomo desideroso di avvicinarsi al mistero di Dio e di decifrare l’enigma dell’essere umano. Papa Benedetto nella catechesi di mercoledì scorso, illustrando la figura di san Bernardo, grande teologo e mistico medievale, ha esaltato la ricerca della verità di Dio attraverso lo studio della sua Parola, indicando anche il criterio per giungere ad una conoscenza spirituale che sia feconda di vita interiore e non semplice esercizio mentale. Ha affermato che “senza una profonda fede in Dio, alimentata dalla preghiera e dalla contemplazione, da un intimo rapporto con il Signore, le nostre riflessioni sui misteri divini rischiano di diventare un vano esercizio intellettuale, e perdono la loro credibilità”. Come san Bernardo – ha detto – “anche noi dobbiamo riconoscere che l’uomo cerca meglio e trova più facilmente Dio con la preghiera che con la discussione”. Portare questo spirito nelle nostre scuole teologiche e nelle comunità cristiane potrebbe suscitare un salto di qualità dei fedeli e quella misura alta di vita cristiana che la Chiesa chiede e promette.

AUTORE: Elio Bromuri