Sette modi di essere ‘lievito’

AZIONE CATTOLICA. Assemblea straordinaria per approvare lo 'statuto' diocesano

‘Cinque pani e due pesci’ è il titolo della giornata dedicata, domenica 22 gennaio, alla celebrazione dell’assemblea straordinaria dell’Azione cattolica diocesana nella quale i delegati parrocchiali e diocesani hanno votato l’atto normativo, una sorta di ‘statuto’ dell’associazione a livello diocesano. Questo strumento giuridico viene oggi a definire in modo univoco le caratteristiche proprie dell’associazione radicata in questa Chiesa locale, definendone il volto, lo spirito, le radici storiche, ed esprimendone le peculiarità, le articolazioni e le ‘regole’ che la disciplinano nel rispetto dei principi e dello statuto nazionale dell’Ac. Un lungo cammino, fatto di partecipazione e di esercizio democratico iniziato più di un anno fa, e conclusosi ora, con il coinvolgimento di tutti i rappresentanti delle parrocchie e dei delegati diocesani. Al di là dell’importanza dell’atto normativo in sé, questa assemblea rappresenta, in questo anno di discernimento sulle priorità e le linee d’azione future dell’Ac diocesana, come anche ha ricordato il presidente Guido Morichetti, un momento straordinario di riflessione sull’identità dell’Ac diocesana e sulle modalità di servire Cristo e la Chiesa. Sulle aspettative che il vescovo mons. Scanavino ha nei confronti dell’associazione, è stato illuminante l’intervento con cui egli ha aperto la mattinata di lavori, con la proposta di un ‘programma semplice’ in base al quale l’Ac deve farsi, nella massa della pasta che deve lievitare, comunità educante, occupandosi delle famiglie e dei giovani ed inventando uno stile di condivisione, che nasca dal Vangelo e dal suo annuncio nel mondo, come indica il Vaticano II. Si parte pertanto con ‘cinque pani e due pesci’: la fedeltà alla famiglia, la competenza nel lavoro, la solidarietà, la creatività, l’urgenza dell’evangelizzazione, la promozione umana, la comunione coi pastori. Questo perché, come ha tenuto a sottolineare nel suo intervento Luca Diotallevi, sociologo, docente universitario e collaboratore della Cei, anch’egli in Ac nella diocesi di Terni, non esiste uno ‘stile’ caratteristico del cristiano laico. ‘La scuola di Ac produce pezzi unici’, ha affermato Diotallevi, ‘unificati dal riconoscersi nella Chiesa, cristiani con un’altissima attenzione spirituale alla tradizione viva della Chiesa e ai segni del tempo, abituati al discernimento che questi impongono, capaci di affrontare e risolvere le scelte e le sfide della complessità del mondo grazie alla forza del Vangelo’.

AUTORE: Francesca Carnevalini