Settimana Santa in tempo di Coronavirus: indicazioni Ceu per i fedeli

Settimana Santa ‘senza popolo’ e a ‘porte chiuse’

Con la Domenica delle palme si apre una Settimana santa. Senza manifestazioni di devozione popolare e senza la possibilità di partecipare fisicamente in chiesa alle liturgie del Triduo pasquale. Anche Papa Francesco celebrerà in San Pietro senza partecipazione di popolo, così come avverà in tutte le chiese in Italia.
La Presidenza della Conferenza episcopale italiana ha dato indicazioni generali (ed ha prodotto un sussidio per le famiglie) che sono state riprese dalle singole Conferenze episcopali regionali e dai singoli Vescovi.

Qui pubblichiamo un ampio stralcio delle Indicazioni per le celebrazioni della Settimana santa al tempo del coronavirus della Conferenza episcopale umbra. Indirizzate sia ai parroci che alle famiglie, per poter celebrare la Pasqua seppure in una condizione di “digiuno eucaristico”.

“Ci accompagna – si legge nelle Indicazioni illustrate dal presidente della Ceu mons. Renato Boccardo – la tristezza di non poter vivere, come è tradizione del popolo cristiano, le celebrazioni della Settimana santa. Soprattutto del Triduo pasquale, che rappresenta la fonte, il centro e il culmine dell’anno liturgico e della vita della Chiesa.
Poiché però in questo momento sono a rischio la vita e la salute di tutti, tutti siamo tenuti ad osservare le disposizioni emanate dal Governo per il bene comune”.
“In questo momento – aggiunge – crediamo che la nostra preghiera, fatta nel chiuso delle nostre case e delle nostre chiese per implorare dal Signore liberazione e salvezza, sia un’arma davvero potente nella lotta contro il male che tutti minaccia”.

Il documento è formato da una parte in cui si forniscono indicazioni ai sacerdoti, e una in cui sono dati suggerimenti e indicazioni di preghiera ai fedeli. Di seguito pubblichiamo, a beneficio dei lettori e delle famiglie, proprio questa seconda parte delle Indicazioni pubblicate sul sito della Ceu.

Le indicazioni

“A seguito degli orientamenti assunti dalla Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti e dalla Segreteria generale della Cei, la nostra Conferenza episcopale ritiene opportuno fornire alle Chiese umbre le indicazioni che seguono. Nel proporle, ricordiamo che – soprattutto in questi giorni santi – la grazia e il perdono, la salvezza e la speranza, la gioia e la pace che scaturiscono dalla morte-sepoltura-risurrezione del Signore sono presenti nella misura in cui li viviamo nella fede in Gesù, nell’amore per lui e per i fratelli, nella preghiera personale e familiare, nel desiderio di essere raggiunti dalle celebrazioni della Chiesa anche se si svolgono in maniera ‘privata’, o meglio ‘riservata’. (…)

Celebreremo dunque ‘senza popolo’ e a ‘porte chiuse’ i riti della Settimana santa. Laddove sarà possibile, nel rispetto delle norme di igiene e di sicurezza indicate dal Governo. Una sola celebrazione per parrocchia o, meglio ancora, per Unità pastorale.
Poiché però le celebrazioni del Triduo pasquale sono tali da richiedere almeno alcuni servizi (di ministeri e di canto), onde evitare che vengano snaturate nel loro significato e nella loro dignità, sembra preferibile ridurle al minimo.

La Liturgia delle ore, d’altra parte, offre da sempre indicazioni preziose anche per la situazione in cui ci troviamo: afferma infatti che quanti non possono partecipare alle liturgie del Giovedì e Venerdì santo celebrano il vespro; chi non partecipa alla Veglia pasquale celebra l’ufficio delle letture. (…)

Suggerimenti per i fedeli:

– sono invitati a pregare personalmente e in famiglia, meditando le letture bibliche dei giorni della Settimana santa o recitando i misteri dolorosi del Rosario.

– per il Venerdì santo: ricordiamo a tutti il digiuno e l’astinenza come segno di penitenza ma anche di unione alla passione del Signore; invitiamo a chiedersi perdono a vicenda; suggeriamo la lettura della Passione secondo il Vangelo di Giovanni e di trattenersi in preghiera davanti al Crocifisso chiedendo perdono per i peccati, unendo la propria sofferenza e quella di tutti gli uomini alla passione di Gesù;

– per il Sabato santo: suggeriamo ancora il digiuno e l’astinenza (facoltativi); proponiamo la preghiera del rosario pensando a Maria che attende la risurrezione del suo Figlio; invitiamo a pregare, nella speranza della risurrezione, per i defunti a causa del coronavirus e per la consolazione di quanti hanno perso le persone care;

– per il giorno di Pasqua: suggeriamo al mattino la recita del Credo nel ricordo del battesimo, nostra prima Pasqua, e il canto dell’Alleluia; prima del pranzo la famiglia è invitata a pregare e a benedire la mensa pasquale con la recita del Padre nostro. Esprime la gioia e la fiducia di essere figli di Dio a motivo di Gesù morto e risorto. Nel pomeriggio sarà bello leggere insieme quanto avvenne la sera di Pasqua ai due discepoli di Emmaus (Luca 24,13-35), che ritrovarono la gioia e la speranza nell’incontro con Gesù risorto. Anche noi abbiamo bisogno di dire a Gesù: ‘Resta con noi, Signore, perché si fa sera’.

Sacramento della penitenza

Si ricorda che in caso di estrema necessità l’atto di dolore perfetto, accompagnato dall’intenzione di ricevere il sacramento della penitenza, da se stesso comporta immediatamente la riconciliazione con Dio. Se si verifica l’impossibilità di accostarsi al sacramento della penitenza, anche il votum sacramenti, ovvero, anche il solo desiderio di ricevere a suo tempo l’assoluzione sacramentale, accompagnata da una preghiera di pentimento (il Confesso a Dio onnipotente, l’Atto di dolore, l’invocazione Agnello di Dio che togli i peccati del mondo, abbi pietà di me) comporta il perdono dei peccati, anche gravi, commessi (vedi Concilio di Trento, sess. XIV, Doctrina de sacramento paenitentiae, 4; Congregazione per la dottrina delle fede, Nota del 25 novembre 1989; Catechismo della Chiesa cattolica, nn. 1451-1452).