Sorrentino: “Economy of Francesco” non è celebrare un evento, ma innescare un processo

Alle ore 11.30 di questa mattina nella Sala Stampa della Santa Sede, si è tenuta la Conferenza Stampa di presentazione dell’evento “Economy of Francesco”, che si terrà ad Assisi dal 26 al 28 marzo 2020.

Sono intervenuti il Card. Peter Kodwo Appiah Turkson, Prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale; mons. Domenico Sorrentino, Arcivescovo-Vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino; Luigino Bruni, Professore Ordinario di Economia Politica presso la Libera Università Maria Santissima Assunta di Roma (Italia) e Consultore del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita; Stefania Proietti, Sindaco di Assisi; P. Mauro Gambetti, O.F.M. Conv., Custode del Sacro Convento di Assisi.

Pubblichiamo di seguito l’intervento di Mons. Domenico Sorrentino.

Amici della comunicazione,

credo vi aspettiate qualche informazione sull’iter che ha portato a questo appello di Papa Francesco. Può essere utile anche per avere un’idea dell’evento, ancora tutto da costruire, ma che non nasce come un fungo.

Economy of Francesco è un evento di studio, di incontro, di confronto, di ricerca, tra giovani studiosi ed operatori dell’economia, convocati da papa Francesco. È significativo che il Papa dia tale appuntamento in un luogo altamente simbolico come Assisi, città già scelta da san Giovanni Paolo II come icona di pace per quello che si suol chiamare lo “spirito di Assisi”. Il titolo dell’evento – Economy of Francesco –, rinvia innanzitutto al Santo di Assisi, ma allude insieme al magistero economico-sociale di papa Francesco.

In effetti l’ispirazione di questo evento è tutta nel magistero del Papa, che fin dall’ Evangelii Gaudium e poi nella Laudato si’, ha denunciato vigorosamente lo stato patologico di tanta parte dell’economia mondiale, parlando di una “economia che uccide”, e mostrando come essa uccide insieme le persone e l’ambiente, uccidendo così anche il futuro.

Tanti sono stati scossi da questa denuncia. Una denuncia tutta ispirata al vangelo. I cattolici e tutti gli uomini di buona volontà, se hanno occhi per vedere e un cuore per amare, non possono non rimanere scossi da questa denuncia e coinvolti in un impegno di conversione, personale e sociale. Purtroppo non mancano coloro che da questa denuncia sono infastiditi e ne divengono critici ingiusti e agguerriti. Il vangelo è stato sempre, e rimane, un “segno di contraddizione”.

Noi ci sentiamo in piena sintonia con papa Francesco. Poteva essere diversamente, per chi si ritrova ogni giorno, nella città di Francesco di Assisi, a meditare sul suo cammino evangelico, tanto caratterizzato dalla scelta della povertà e dei poveri?

In questo ascolto sincero del magistero papale, tra le tante offerte di collaborazione che immagino gli siano pervenute, due precise istanze gli sono arrivate anche, per vie diverse e alla fine convergenti, dal sottoscritto e dal Prof. Luigino Bruni. Nel dialogo di cui egli ci ha onorati, è maturata anche l’odierna iniziativa. Oggi ci ritroviamo a parlarvene dai nostri rispettivi punti di vista, io come vescovo a cui viene affidata la regia dell’evento, e lui che ne assume la direzione scientifica.

Per ideare l’evento, come ipotesi da presentare al Papa, e sulla quale abbiamo dialogato anche con il Card. Turkson, che ci assicura il patrocinio del suo Dicastero, siamo dovuti partire con un certo anticipo. Disponiamo attualmente di un’idea progettuale, quella che il Papa ha accettato e fatto sua. Ma l’impalcatura organizzativa e contenutistica dell’evento è tutta da costruire: sarà il lavoro dei prossimi mesi, e non lo vogliamo certamente portare avanti in solitudine.

In modo particolare spetta a me, nella mia responsabilità di vescovo, accogliere le istanze e le collaborazioni delle diverse anime della Città di San Francesco.

Ne vedete alcune qui rappresentate, dall’anima francescana, rappresentata dal Custode del Sacro Convento, p. Mauro Gambetti, all’anima civile, espressa dal sindaco della Città, Ing. Stefania Proietti, fino all’anima carismatica di una “eccellenza” della carità, qual è l’Istituto Serafico, qui rappresentato dalla sua presidente Avv. Di Maolo, istituto che dal 1871, prima dedicandosi a ciechi e sordomuti, ed oggi sempre più a disabili gravi, propugna concretamente una maniera di concepire l’economia a partire dai più fragili e a loro servizio. Da parte sua – ne sono convinto – anche il Prof. Bruni metterà in gioco la sua competenza in sinergia con tanti suoi colleghi, forte anche della stimolante esperienza dell’economia di comunione o dell’economia profetica, come egli ama chiamarla.

Come si sono incontrate queste due linee, in dialogo con il Papa Francesco?

Parto da quella che mi riguarda più direttamente. Vivo nel luogo in cui otto secoli fa il giovane Francesco, in lite con il padre Bernardone che non condivideva la sua scelta radicale del vangelo, si spogliò fino alla completa nudità, restituendo col denaro anche i vestiti. Un gesto spettacolare, ma soprattutto profetico. Da qualche anno abbiamo chiamato quel luogo “santuario della spogliazione” (“Shrine of renunciation”).

Quando Papa Francesco parlò in quella sala che rievoca l’evento, ricordò tutti gli “spogliati” della storia, invocando per loro un’etica della solidarietà capace di vicinanza, di premura, di condivisione. Con il suo gesto profetico, il “poverello” di Assisi non faceva un atto anti-economico, ma un atto di fondazione di un’economia alternativa.

Da alcuni anni questo Santuario – certamente non da solo, dato che le varie realtà francescane della Città, ma anche altre realtà, come la Pro-civitate christiana, hanno sempre avuto questo interesse, e lo coltivano con alto livello di iniziativa e di passione – sta conducendo una riflessione sulle dimensioni anche economiche della spiritualità della spogliazione. Lo fa mettendo insieme economia ed ecologia.

Lo potete vedere dal dépliant che spero vi sia stato distribuito, con incontri che si terranno anche alla fine di questa settimana, tra il 18 e il 19 maggio. A questa attività del Santuario il Papa ha dato ripetutamente la sua benedizione. Toccante fu il discorso che fece nella visita alla Sala della Spogliazione nel 2013 e bella la lettera che scrisse per l’ erezione del Santuario nel 2017.

Per diversi anni mi era stato spontaneo invitarlo a ritornare, soprattutto per settembre, quando al Santuario si svolge una sessione dedicata ai temi della custodia del creato. Ogni volta il Papa mi aveva risposto con una benedizione, comunicandomi di non poter venire. Forse non avevo indovinato la data. O forse non avevo indovinato il taglio specifico, che avesse potuto dare al Papa lo stimolo per tornare una quarta volta ad Assisi.

Riconosco con gioia che questa scintilla è scoccata da un’idea di Luigino Bruni, il quale si è trovato a parlarne al Papa nel giugno 2018 nel clima creato dal sinodo dei giovani. Posso testimoniare che, in un incontro che insieme abbiamo avuto col Santo Padre il 25 aprile scorso, l’idea di affrontare le sfide dell’economia facendo leva sui giovani ha trovato nel Santo Padre un’adesione entusiasta.

I giovani possono fare la differenza. Sono il futuro in tutti i sensi, anche il futuro dell’economia. Un patto con loro è vincente. Facemmo al Papa anche la proposta di un riconoscimento – un “premio”, se lo si vuol chiamare così, ma senza alcuna competizione col Nobel – che potrebbe essere consegnato da lui stesso quale incoraggiamento per quanti davvero si distinguano, a livello mondiale, per idee e pratiche degne di una economia ispirata alla fraternità e alla solidarietà.

Su questo il Papa ci disse che – pur non escludendolo – non doveva essere la prima preoccupazione. L’importante è il momento formativo e il patto di impegno comune.

E siamo all’odierna iniziativa, di cui non abbiamo per ora che dei preliminari ideativi, sui quali poggeremo il cammino dei prossimi mesi. Lo faremo con l’agilità di un comitato, già in qualche modo delineato, necessario per dare concretezza in breve tempo a un evento ambizioso, che speriamo sia solo l’inizio di un percorso.

Assicurata questa agilità operativa che ci consente di partire, non mancheremo di ascoltare e di far sinergia. Se al comitato partecipano la diocesi, l’Istituto Serafico, il Comune di Assisi e il Centro focolarino per l’economia di comunione, a me vescovo, incaricato della regia, non sarebbe lecito dimenticare che la diocesi è il luogo di tutte le anime ecclesiali, tutte meritevoli di ascolto e tutte chiamate alla collaborazione. Ad Assisi questo significa in particolare le famiglie francescane, eredi degli ideali di Francesco.

Non ci chiudiamo ai suggerimenti da qualunque parte vengano, a partire da questo incontro con voi, amici giornalisti. Quello che ci interessa, per usare la terminologia cara al papa, e credendo anche di interpretarlo, non è celebrare un evento, ma innescare un processo. Grazie.