Spose di Cristo

Due consacrate nell’Ordo virginum raccontano, 4 anni dopo, la loro esperienza spirituale

La prof. Giusy Bruscolotti e l’ing. Michela Massaro, il 19 novembre 2006, nelle mani del nostro vescovo Giovanni Scanavino, in occasione della festa della Dedicazione della cattedrale di Orvieto, pronunciarono il loro “eccomi” con la consacrazione a Cristo nell’Ordo virginum. L’Ordo si qualifica essenzialmente per due caratteristiche: la sponsalità con Cristo (risposta a Cristo con un amore totale, unico, indiviso, per sempre) e la diocesanità (appartenenza, amore e servizio alla propria Chiesa locale). A quattro anni dalla loro consacrazione, le abbiamo intervistate. Quali motivazioni vi spinsero alla consacrazione nell’Ordo virginum? Giusy: “Due eventi segnano le ‘motivazioni’. Il primo: all’età di 12 anni durante una confessione ho percepito l’anelito a voler appartenere al Signore. Ha segnato tutto il resto della mia vita. Il secondo: un pellegrinaggio a Fatima. In quel luogo mistico, la rilettura della vita dei tre pastorelli mi ha messo nel cuore un’inspiegabile inquietudine: la vera realizzazione sta nell’offerta generosa della propria vita al Signore. Tornata dal viaggio, ho cominciato a riflettere su come mettere in pratica tutto ciò… Ho dato notizia al parroco e al Vescovo ed ho seguito la proposta di partecipare ad una serie di incontri tenuti da consacrate. Ho chiesto il permesso di fare una prima ‘offerta’ in privato, poi è arrivato il tanto atteso giorno della solenne e pubblica consacrazione al Signore”. Michela: “Da quando Dio si è manifestato in modo forte nella mia vita – intorno ai 18 anni, con tutto il suo amore e come unica riposta alle tante domande di senso che da tempo mi portavo dentro con angoscia – non c’è stata più storia né tempo per tante altre cose. Sì, ho pensato anche a formare una famiglia, ma Lui ha dilagato nella mia vita, mi ha piegato, rialzato, guidato… Il 19 novembre 2006 finalmente ho potuto dire il sì definitivo, offrendo tutta me stessa e continuando a vivere e servire come già accadeva, ma da quel momento in modo stabile. Nella e per la Chiesa in cui ho trovato la salvezza”. Come vivete la vostra consacrazione e il vostro impegno nella Chiesa e per i fratelli? Giusy: “Pregando e vivendo in obbedienza alla Chiesa. La vita di una consacrata è caratterizzata dall’unione con lo Sposo e questa unione più è forte, più è feconda. Occorre quindi dare spazio a questa unione: tempi precisi dedicati alla preghiera, al silenzio, all’adorazione. Per una consacrata questo è l’aspetto privilegiato, ma anche quello più a rischio. Non ha una comunità con orari e stili di vita ben precisi, pertanto deve ‘imporsi’ una regolarità nel gestire la quotidianità”. Michela: “Combattendo le mie debolezze e rinnovando il mio si a Dio ogni giorno. Attingo con gioia alla preghiera, ai sacramenti, alla Parola, alla vita fraterna, all’incontro con tante persone. Gli impegni sono molti e variegati, impossibili da elencare in poche righe. Ho comunque una particolare passione per i ragazzi che si preparano alla cresima e per il loro successivo cammino. Cerco essere il più possibile presente nelle situazioni di bisogno delle parrocchie in cui il Vescovo mi ha chiesto di servire”. Quali obiettivi vi ponete per il prossimo futuro? Giusy: “In questo momento ho un pensiero fisso: la discussione della tesi dottorale in Teologia biblica per il giorno 17 novembre. Continuare poi la mia attività di volontariato tra gli stranieri per aiutarli ad inserirsi nel nostro mondo attraverso un corretto uso della lingua italiana. Il tutto sempre animato dall’unione a Cristo nella Chiesa: ‘Io sono per il mio Diletto e verso di me è la sua passione d’amore’ (Cantico dei cantici 7,11)”. Michela: “Continuare con lo stesso spirito e gli stessi ritmi, nella certezza che in Dio mi riposo e ogni forza mi viene da Lui, permettendomi di fare tutto ciò che faccio, che mi piace, che desidero. Un altro obiettivo? Serio? Crescere di più nell’amore. Rispondere all’appello urgente della santità”.

AUTORE: Antonio Colasanto