Staminali embrionali tra sogno e realtà

Il punto sulle aspettative, tradite, per la cura dei malati

Giorni fa mi telefona la mia amica Lucia affetta da morbo di Parkinson, sottolineando con voce strascicata di essere particolarmente contenta della iniziativa del Presidente degli Stati Uniti Barak Obama di attivare lo studio sulle cellule staminali embrionali, bloccata per legge dal suo predecessore George W. Bush. La notizia le dà speranza, continua Lucia, di guarire o migliorare la sua malattia, speranza alimentata addirittura da quel luminare della medicina italiana che è il professor Umberto Veronesi. Rimango sul vago per non deluderla totalmente. È vero. Obama ha revocato la legge Bush che negava il finanziamento federale per la ricerca sulle cellule staminali dell’embrione umano. Non riferisco a Lucia, da sempre fervida cattolica, quanto riportato dall’Osservatore Romano sul tema: ‘Sembra innegabile che una volta oltrepassata la fondamentale linea morale che ci impedisce di trattare gli esseri umani come oggetto di ricerca, non ci sarà più un punto di arresto’. Quindi la manipolazione di cellule prelevate da un embrione umano, continua il quotidiano, ‘è profondamente immorale e superfluo’. Mi astengo dal commentare il lato immorale della questione, anche se il mio essere cattolico lo sostenterebbe, pur tra l’incomprensione di Lucia. È meglio affrontare il nodo della superfluità in termini medici e scientifici.Punto primo: la produzione di linee staminali embrionali è già a disposizione da oltre dieci anni di paesi quali Corea, Singapore, Cina, ed alcuni stati Usa come la California. Ma i risultati sono ancora al palo di partenza, cioè zero. Quindi tante centinaia di migliaia di embrioni umani soppressi senza alcun successo applicativo. L’unico esperimento clinico in corso negli Usa riguarda l’uso di cellule embrionali umane per lesioni traumatiche acute del midollo spinale. Il via libero allo studio è stato dato dalla Food and Drug Administration (Fda) dopo un lungo divieto che aveva forti ragioni bioetiche. Come ricorda il biologo Angelo Vescovi, direttore del Centro ‘Brain Repair’ di Terni, la ‘comunità scientifica è molto restia a sperimentare le cellulle embrionali sulle lesioni acute spinali, perché è molto difficile valutare quale sarà l’esito dell’infortunio. Ci sono numerosi casi in cui i pazienti recuperano spontaneamente, ma ciò non è prevedibile al momento in cui il danno è recente’. Punto due: è in atto in tutto il mondo scientifico una grossa aspettativa sulla recente scoperta del giapponese Shynia Yamanaka che è riuscito a riprogrammare cellule adulte (come quelle epidermiche) in cellule embrionali ‘pluripotenti’ o Ips (staminali pluripotenti indo. È una scoperta che sta sparigliando il campo della ricerca sulle staminali e sulla quale l’ottimismo scientifico è ben fondato. Già sono state avviate sperimentazioni per la cura delle sclerosi laterale amiotrofica (Sla) negli Usa -Università dello Wisconsin – e in Italia – il citato centro di Terni -.Punto tre: per aver successo e per evitare problemi di rigetto, le cellule introdotte nell’organismo da curare devono avere lo stesso Dna del malato, questo è facile ottener con le cellule Ips, ma non con le staminali embrionali. Ed allora, cara Lucia, anche se la terapia della tua malattia non sembra essere così prematura con le Ips, è molto, molto lontana la prospettiva di curarti con le cellule embrionali, se mai ciò avverrà. D’altra parte anche lo stesso Obama, pur assecondando con finanziamenti le lobbies che hanno investito nelle cellule embrionali senza successo, ma anche sborsato tanti dollari per la sua campagna elettorale con successo, ha tenuto a sottolineare che se ‘perseguiamo questa ricerca forse un giorno, forse non durante la nostra vita, e nemmeno durante la vita dei nostri figli, ma forse un giorno, qualcuno potrà trarne vantaggio’. Personalmente sono temporalmente più ottimista di Obama con le cellule Ips.

AUTORE: Mario Timio