Stranieri …e i figli?

Spesso - dice Stella Cerasa del Centro ascolto di Perugia - si ignorano i problemi veri e si hanno false paure

Sul Dossier statistico immigrazione, appena presentato da Caritas e fondazione Migrantes della Cei, abbiamo fatto alcuni approfondimenti con Stella Cerasa, responsabile del Centro di ascolto della Caritas perugina, e membro della redazione del Dossier. Abbiamo esplorato più da vicino le problematiche che emergono dietro i numeri del corposo rapporto. ‘Il problema principale che emerge è il tema dei minori ‘ spiega Cerasa. ‘ Il caso tipico riguarda i minori che nascono nei Paesi d’origine e poi vengono portati in Italia, ma le famiglie non ce la fanno a sostenerli e sono costrette a rimandarli a casa, con tutto quello che comporta questo genere di separazioni. Il problema è che la cura di un bambino, al di là del discorso economico, richiede la presenza di una rete parentale che spesso queste famiglie di immigrati non hanno. Pertanto sono costrette ad affidare i propri bambini a conoscenti per recarsi al lavoro, lasciando più minori assieme in luoghi non idonei. Un altro problema emerge quando si effettuano i ricongiungimenti familiari: la legge italiana richiede che le famiglie che ne fanno richiesta dimostrino di abitare in appartamenti di una certa metratura, dove però gli affitti sono molto cari. Pertanto si verificano episodi di coabitazione di più nuclei familiari all’interno di uno stesso appartamento, con una promiscuità tra adulti e minori di diversi nuclei’. ‘Che dire poi – aggiunge – del problema degli asili nido? Per una donna che non possa contare sull’aiuto dei parenti, è indispensabile poter portare il bambino al nido per cercare un lavoro, ma la legge riserva i posti nelle strutture solo a chi il lavoro ce lo ha già…’. Ma dal Dossier emerge altro ancora. ‘Se vogliamo considerare ancora i numeri ‘ dice Stella Cerasa ‘ possiamo ‘tranquillizzare’ i nostri connazionali presi dal timore di una invasione da parte di immigrati provenienti da Paesi islamici: in realtà il 52% dei quattro milioni di stranieri presenti nel nostro Paese è europeo (romeni in testa), e di questi quattro milioni almeno un milione e mezzo vive e lavora regolarmente in Italia già da molti anni’. Se ne conclude, dunque, che non si può definire l’immigrazione una ‘bomba ad orologeria’, come una certa stampa vuol far credere. ‘Assolutamente no – ribadisce Cerasa. – Il problema è indubbiamente complesso, ma è antico e sussisterà sempre. Ormai abbiamo la seconda generazione di immigrati nati in Italia e sempre vissuti qui. Per quanto riguarda in concreto l’attività della Caritas di Perugia, non sono gli extracomunitari gli unici destinatari della nostra assistenza, ma ci sono anche tanti italiani e concittadini in difficoltà per qualche motivo. L’immigrato che si rivolge alla Caritas, inoltre, in genere non ha problemi irrisolvibili, ma normali esigenze di chi si trovi all’estero in cerca di lavoro (bisogno di un posto letto, un pasto, ecc.). Addirittura ci sono intere comunità di stranieri che da noi non si sono mai presentati: è il caso di cinesi e filippini’. Mariangela MusolinoGli immigrati in UmbriaIn base ai dati Istat, aggiornati al 31 dicembre 2006, i residenti stranieri in Umbria erano oltre 63.000 (63.861). A partire da questo dato – utilizzando anche le statistiche dell’Inail, i dati degli uffici Anagrafe e quelli sui visti d’ingresso – si è mosso il Dossier statistico immigrazione Caritas/Migrantes, che ha ottenuto le seguenti cifre relative alla situazione un anno dopo, al 31 dicembre 2007. Il numero di cittadini stranieri soggiornanti in Umbria sarebbero complessivamente 82.200 (o al massimo 87.000), suddivisi tra 65.200 in provincia di Perugia e 17.000 in provincia di Terni. Con varie criticità ancora irrisolte. Ad esempio, sottolinea il Dossier: ‘La presenza di cittadini stranieri continua a consolidarsi in Umbria, eppure, in linea con il quadro nazionale, poche sono le concessioni di cittadinanza italiana’. Per colpa di chi o cosa? Questo avviene ‘sia per la complessità della procedura – risponde il documento Caritas -, sia perché molti Paesi non permettono il mantenimento della doppia cittadinanza e, in questi casi, molti immigrati non intendono perdere la cittadinanza di origine’. Per quanto riguarda il mondo del lavoro, sempre in Umbria, le assunzioni di lavoratori di nazionalità straniera sono state 19.219, cioè oltre 7 mila in più rispetto al primo semestre 2006; oggi, in breve, un assunto su 4 è straniero. Le nazioni di rappresentate, in ordine decrescente, sono: Romania, Albania, Marocco, Polonia, Macedonia, Ucraina.