Sulle orme della Madre

Recital su Madre Speranza a Collevalenza

Se fosse possibile tornare indietro nel tempo fino al 1951, si potrebbe provare a fissare lo sguardo su un piccolo paese immerso nella verde Umbria, un gruppetto di case arroccate su un colle intorno ad una chiesetta. Il ritmo quotidiano della vita semplice di quelle poche famiglie di Collevalenza venne interrotto 55 anni fa dall’arrivo inaspettato di una suora spagnola, sconosciuta ai più. In quel luogo aveva deciso di trasferirsi Madre Speranza con alcuni Figli ed Ancelle dell’Amore Misericordioso. I piani misteriosi di Dio, spesso oscuri per gli uomini, si realizzano nel corso del tempo, utilizzando le persone più umili e le situazioni più precarie. Così quella semplice suora, nata in una famiglia povera della Spagna del sud, prima di nove fratelli, era stata scelta dal Signore per aiutare l’umanità a riscoprire il vero volto di Dio, ‘non un giudice severo, ma un Padre che attende, perdona i suoi figli e li cerca come se non potesse essere felice senza di loro’. Questo il senso del recital Sulle orme di Madre Speranza, scritto da padre Giovanni Ferrotti e presentato per la prima volta a Collevalenza in occasione del 23’anniversario della morte della fondatrice. Una folla di persone di ogni età e provenienza ha seguito con attenzione e viva partecipazione la rappresentazione lungo le vie del paese che, partendo dalla chiesa di Santa Maria delle Grazie, si è snodata fino alla prima casa dove abitò Madre Speranza, prima della costruzione del grande santuario. Di certo negli ultimi 55 anni di cose ne sono accadute a Collevalenza, e lo possono testimoniare le tante persone che qui hanno riacquistato la fede, insieme a numerose grazie spirituali e talvolta anche la guarigione fisica. Del resto Madre Speranza nel corso della sua intera esistenza terrena ripeteva a chiunque le chiedeva aiuto di rivolgersi ‘con tanta fiducia’ al ‘Buon Gesù’ ed a ‘Maria mediatrice’ di ogni grazia. E quanto sia importante la speranza, come virtù cristiana ma anche profondamente umana, lo sanno le tante persone che seguendo il suo esempio luminoso hanno ritrovato la forza per andare avanti nonostante difficoltà di ogni genere, che nel cammino della vita si possono incontrare. Non a caso il Vescovo diocesano, nell’omelia della celebrazione solenne del 5 febbraio, ha affermato: ‘vogliamo sperare che quest’anno, dedicato nel piano pastorale alla carità, sia l’anno buono perché la Chiesa riconosca pienamente la santità di Madre Speranza’.

AUTORE: Federica Sabatini