Todi 2: valori e incognite

C’è tutto, nel compatto documento di “Todi 2”, un anno dopo la prima iniziativa convergente delle associazioni cattoliche impegnate nel sociale. C’è la constatazione della grave crisi in corso, che non è solo economica, ma politica e morale. C’è l’esperienza del governo Monti e la necessità di non disperderla, ma di rilanciarla ridando centralità al lavoro, all’imprenditorialità, alla crescita, ad un nuovo welfare. C’è il tema delle riforme istituzionali strutturali e della riforma elettorale. Ci sono i valori della vita, della famiglia e dell’educazione. C’è l’ispirazione cristiana declinata in senso non confessionale e messa a disposizione di tutti. C’è l’esigenza di onestà, rigore morale e sobrietà, prima di tutto per la classe politica, di cui si afferma la necessità di reale rinnovamento. Infine c’è il vero nodo. Viene affermata la necessità di “un percorso che consenta, entro i prossimi appuntamenti elettorali, di generare proposte nuove tanto nel contenitore quanto nei contenuti”. È il punto, e la sfida. È un documento sintetico e completo, ben scritto, non retorico. 683 parole, compresa la data, per poco più di 4.000 battute, al netto degli spazi: la lunghezza giusta. È un documento forte ed equilibrato: difficile non convenire.

Posta questa solida base, tuttavia, cominciano le incognite. Due su tutte. Il vero punto e la vera sfida è che questi nuovi contenitori per nuovi contenuti si manifestino. È la differenza tra la cultura e la politica: occorre “mettere la faccia”, individuale o collettiva. E in fretta, se nel documento la scadenza è fissata per i prossimi appuntamenti elettorali, cioè entro aprile 2013. Anche perché si parla di contenitori al plurale: se ne prefigurano due, in un sistema bipolare, oppure di più? Molto dipenderà dalla legge elettorale, che viaggia a fari spenti in attesa di input politici. Forse qualche segnale verrà dai risultati delle imminenti elezioni siciliane: l’isola infatti è sempre stata un laboratorio molto interessante. In ogni caso il tempo stringe, tanto più se si resterà in un ambito maggioritario, come sembra nell’interesse dell’ alleanza Pd-Sel. D’altra parte non ci muoviamo nel vuoto, ma in un terreno ingombro, anche di macerie e detriti, oltre che di molte, moltissime aspirazioni ed auto-candidature. Ecco allora il secondo punto. Queste nuove proposte devono sapere parlare alla testa, ma anche al cuore ed alla pancia degli elettori. Allo stato attuale, un buon terzo degli italiani è tentato dal voto di protesta puro e semplice, costi quel che costi. Perché è stanco dei soliti noti, non si fida e perché è molto, ma molto deluso e adirato, a costo di fare, sbagliando, di tutti i politici e gli amministratori tanti Batman in salsa ciociara. “Todi 2” insomma, come già accadde un anno fa, afferma con chiarezza delle esigenze. Allora era per la discontinuità, che si è prodotta. Ora per trarne le conseguenze ed andare verso una nuova offerta, il terzo sistema politico nella ormai lunga storia della Repubblica, ancora avvolto nelle speranze e nelle incognite.

AUTORE: Francesco Bonini