Tra gli interventi previste le testimonianze di immigrati

Le Chiese dell’Umbria si preparano a dare il proprio contributo in vista del primo convegno della Chiesa italiana dedicato agli immigrati presenti nella Penisola, che si terrà nel febbraio 2003 a Roma. E lo faranno con il convegno regionale sulle migrazioni che si terrà a Spoleto, lunedì 25 novembre e per il quale è stato scelto il tema: “Tutte le genti verranno a te”. La questione delle migrazioni dei popoli sarà affrontata sotto il profilo statistico, sociale e giuridico, a partire, comunque, dall’esperienza che le Chiese umbre hanno fatto sul campo: dall’accoglienza ai centri di ascolto Caritas, fino agli ‘Sportelli’ aperti per aiutare gli immigrati nelle pratiche necessarie per la regolarizzazione prevista dalla Legge Bossi-Fini. Organizzata dalla Delegazione regionale Migrantes della Conferenza Episcopale Umbra (CEU), in collaborazione con l’Ufficio Catechistico regionale e con l’Ufficio regionale per la Cooperazione missionaria tra le Chiese la giornata di studi(ore 9.30 – 19) sarà ospitata al teatro “Caio Melisso” di Spoleto Sono previsti, in mattinata, gli interventi del presidente della conferenza episcopale umbra mons.Sergio Goretti; vescovo diAssisi; del direttore dell’Agenzia Umbria ricerche, Stefano Patriarca che parlerà della “Presenza degli immigrati in Umbria” e le testimonianze di immigrati che saranno introdotte dalla responsabile del centro di ascolto della Caritas di Perugia, Stella Cerasa. Nel pomeriggio i convegno sarà aperto dall’intervento del responsabile dell’Ufficio Immigrazione della Caritas di Spoleto-Norcia, Giorgio Pallucco sul tema “Tra diritto e carità”; sulla posizione della “Chiesa in Italia di fronte alla attuale legislazione sugli immigrati” interverrà il direttore del Servizio Immigrazione della fondazione Migrantes, padre Bruno Mioli. Mons. Riccardo Fontana, arcivescovo di Spoleto Norcia e delegato regionale per la Carità, chiuderà il convegno con un intervento in cui proporrà “Spunti di riflessione per le Chiese umbre di fronte al contesto migratorio plurireligioso”.