Travolti da Rifondazione

Goracci si è riconfermato sindaco con un ampio margine di vittoria

Una proclamazione ritardata di quindici giorni. Il ballottaggio, infatti, non ha fatto altro che confermare quanto si era capito già dal turno del 28-29 maggio: l’elettorato eugubino aveva operato fin da allora la sua scelta. Orfeo Goracci è stato infatti rieletto sindaco di Gubbio ottenendo consensi, in assoluto ed in percentuale, che danno al risultato complessivo la dimensione del successo in termini probabilmente non previsti dagli stessi interessati ed addetti ai lavori. Al ballottaggio ha partecipato il 66,87% (contro il 74,81% di maggio) degli aventi diritto, pari a 18.766 elettori (contro 20.993). Orfeo Goracci ha registrato 11.147 suffragi (60,92%), Paolo Barboni 7.152 (39,09%). Nel dettaglio: 3.995 voti in più (erano stati 1.876 nella prima tornata) che percentualmente portano la differenza al 21,84%, rispetto al 9,2% del turno precedente. Ha primeggiato sui trentuno dei trentasette seggi nei quali era articolato il territorio. Un risultato che si presta certamente alle più svariate analisi, ma che deve partire da una considerazione di fondo: Goracci muovendo da qualità politiche indiscusse, ha confermato di riscuotere la fiducia della gente, di godere un robusto e radicato seguito popolare. È chiaro che su di lui non sono confluiti solo e soltanto i voti della sinistra. Lo ha favorito, certamente, e questo è il risvolto della medaglia, un quadro politico locale che sconta ed ha scontato troppe incertezze, il mancato rinnovo della classe politica, una litigiosità eccessiva, il prevalere di personalismi esasperati che portano a privilegiare lo scontro alla normale dialettica democratica, uno scarso rapporto e collegamento con il territorio. ‘Mentre noi stavamo elaborando strategie e progetti, programmi ed ipotesi di lavoro – ha commentato a caldo Paolo Barboni – gli altri avevano già iniziato la campagna elettorale’. Nei giorni che hanno preceduto il ‘ballottaggio’ Goracci ed i suoi alleati hanno semplicemente operato per ribadire progetti e messaggi già da tempo in circolazione, mentre Barboni ed il ‘centro sinistra allargato’ hanno provato invano ad invertire una tendenza che, in realtà, sembrava segnata, tanto da perdere anche molti di coloro che li avevano condivisi a maggio. Ci sarà tempo e modo per analizzare ed approfondire una situazione ancora più ‘originale’ di quella uscita dalle amministrative del 2001: per ora si deve prendere atto che i Ds e l’Ulivo hanno perduto il ruolo di primo partito cittadino passato ora a Rifondazione comunista, che i Socialisti sono migliorati, che la Cdl è uscita quasi annientata.

AUTORE: Giampiero Bedini