Trent’anni di episcopato, non si risolvono soltanto in amministrazione, numeri, liturgie, viaggi. Certo è immane l’impegno di governare una diocesi estesa territorialmente come quella di Orvieto ‘ Todi, una diocesi che solo recentemente è stata chiamata a diventare ‘una’, unendo esperienze fino ad allora diverse e ricchissime per tradizioni e storia. In un impegno così elevato è probabile che si debba dedicare molto tempo agli aspetti burocratici, pensiamo soltanto allo stare dietro ad un patrimonio artistico, fatto di centinaia di chiese, di templi, di cappelle, di opere pie, un patrimonio che tutti vogliamo vedere in buono stato, che a tutti i fedeli piace sentire proprio, un patrimonio che ci accompagna nella nostra vita religiosa e che ci aiuta nella nostra vita cristiana. Insomma governare la nostra Chiesa ha richiesto a mons. Grandoni la dedizione della parte più fiorente dei suoi anni, del suo ministero sacerdotale, eppure il Vescovo è andato molto oltre l’ordinaria amministrazione. Credo che tutte le comunità parrocchiali della nostra diocesi debbano impegnarsi a tenere sempre vivo il ricordo di questo ultimo anno di vita. Mons. Grandoni, al termine del suo episcopato, le ha infatti volute incontrare tutte ed in una forma solenne. Le cresime che tutte le comunità sono venute a celebrare nelle due basiliche cattedrale e concattedrale, sono state un intenso momento di comunione. Una grande occasione di incontro, una tappa importante nella vita della nostra Chiesa, che potrà restare come un segno di comunione che si inscrive in quello che è il messaggio del nostro vescovo Grandoni: ‘Insieme, in molti, formiamo un solo corpo’. Trovatosi a dover costruire la comunione, l’unità, tra due diocesi fino ad allora divise, questo messaggio, ha animato tutta l’azione del Vescovo. Un’azione che ha visto momenti di profetica carità come le grandi energie impiegate nella missione diocesana in Albania, dove mons. Grandoni si è recato di persona ogni anno, a portare di persona il suo aiuto, l’aiuto di tutta la nostra Chiesa, la sua paterna benedizione. Salutiamo un Vescovo che ha cercato di portare a tutti la benedizione del Cristo stesso, alle famiglie, ai giovani, agli anziani, ai malati. A tutti ha indicato la porta aperta della Chiesa che accoglie e chiama con forza ‘alla mensa’ tutti i suoi figli. Mentre la guida della Chiesa diocesana passa, come la Chiesa saggiamente prevede, ad un nuovo pastore, mons. Grandoni resterà in questa comunità ecclesiale con la sua carica umana fatta di paternità, amicizia, benevolenza e generosità. La sua eredità sarà raccolta e fatta fruttare e lui sarà ancora con noi a far la sua parte e a ricordare che tutti noi, ‘insieme, siamo chiamati a formare un solo corpo’.
Trent’anni alla guida di due diocesi
AUTORE:
Gianluca Tomassi