Turismo religioso, estate difficile: zero stranieri e pochi gruppi

L’estate entra nel vivo e sono in tanti a tracciare un primo bilancio della stagione turistica 2020 a tinte chiare e scure. Il turismo nel bel paese è cambiato: gli stranieri, pochi, si tengono alla larga dalle grandi città d’arte (Roma, Firenze e Venezia in testa) e i turisti preferiscono viaggi brevi e a basso costo, complici le poche ferie e la crisi economica.
Se il turismo slow, quello dei sentieri e dei pellegrinaggi a piedi, ha di fatto una buona tenuta, quello legato alle città d’arte e più prettamente culturale o spirituale, subisce il maggior contraccolpo.

Tra le mete umbre più ambite del turismo spirituale Assisi, seguita da Cascia, Norcia, Todi-Orvieto (trainate dal Santuario dell’Amore Misericordioso di Collevalenza) e il comprensorio egubino. In questa stagione estiva 2020, è sotto gli occhi di tutti il calo dei turisti nell’assisano: i 2 milioni di turisti all’anno (in base alle statistiche 2019 della Regione Umbria) sono, al momento, un ricordo.

Assisi, pochi pullman

Le strade di Assisi e Santa Maria degli Angeli, tornano a riempirsi ma solo nei fine settimana. “Un’estate così Assisi non l’aveva vissuta mai”. A confermare un andamento anomalo del flusso del turismo, è la sindaca Stefania Proietti. “Sul fronte delle presenze turistiche – spiega la prima cittadina -, stiamo vivendo un’estate diversa dal passato, un leggero accenno di ripresa sembra esserci con il turismo di prossimità”. La ripresa, seppur timida, è però trascinata proprio dal turismo religioso: “Siamo sempre ripartiti da San Francesco e Santa Chiara, lo abbiamo fatto in altre occasioni di difficoltà e lo stiamo facendo anche adesso” conclude Proietti. Non ci sono più i pullman pieni di gruppi di pellegrini ma dalla riapertura dei confini regionali, si è assistito ad una ripresa – seppur contenuta – di visitatori.

Roccaporena. Speriamo in maggiori presenze a settembre e ottobre

“Al santuario di Santa Rita a Roccaporena, durante la settimana, abbiamo in prevalenza famiglie. Durante i week end abbiamo anche diversi gruppi di devoti a Santa Rita, per lo più dal nord Italia e dalla Puglia, ma comunque in numeri ridotti rispetto agli anni passati”. Suor Stella Lepore, eremita che vive al ridosso del Santuario e che si occupa dell’accoglienza dei pellegrini, traccia un primo bilancio.

“C’è meno gente in giro, però da un punto di vista devozionale si nota l’affetto a Santa Rita. Pur con le ristrettezze per l’emergenza sanitaria, abbiamo notato che i fedeli hanno bisogno di venire, di uscire di tornare ad una normalità. Con una certa restrizione e un po’ più di fatica il turismo sta riprendendo, anche se – azzarda suor Stella – si può parlare di un calo di circa il 50%, in primis degli stranieri. Ci auguriamo che tra settembre e ottobre ci sia una maggior presenza, ma non ci aspettiamo il pienone degli altri anni. Con il terremoto del 2016 abbiamo visto un grande impoverimento, ma poi l’anno dopo abbiamo assistito ad un grande boom. Speriamo che passato il covid, nel 2021 possa esserci un nuovo boom”.

Collevalenza: ci chiedono quando riapriranno le piscine del Santuario

Non va meglio al Santuario dell’Amore Misericordioso di Collevalenza a Todi, dove al momento, soprattutto nel fine settimana, il flusso dei pellegrini è pari ad un 15-20% rispetto agli altri anni. “Tutto è fermo – conferma suor Kavitha Pascal che si occupa dell’accoglienza alla Casa del Pellegrino -. Non ci sono gruppi, abbiamo solo quale famiglia e qualche pellegrino che arriva proprio dalle zone più colpite dalla pandemia. Tanti ci chiamano per sapere quando riprenderanno le immersioni nelle piscine del Santuario, ma ad oggi non abbiamo disposizioni al riguardo”. Anche suor Kavitha guarda con speranza ai mesi di settembre e ottobre: “L’ultima domenica di settembre è la festa del Santuario e ricorre il compleanno di Madre Speranza. Di solito in quel periodo la Casa del Pellegrino è piena, ma bisogna vedere come si evolverà l’emergenza sanitaria”.

Nova itinera: difficile organizzare viaggi solo spirituali

Il turismo religioso, dunque, è quello in maggiore sofferenza: “Nell’estate post covid – spiega Mariangela Gordini di Nova Itinera, agenzia di viaggi diocesana di Perugia – è più difficile che si organizzi un viaggio puramente spirituale. Le persone vogliono qualcosa di più. Nelle passate stagioni organizzavamo viaggi di 3 giorni per ritiri, momenti di riflessione e preghiera, oggi anche i gruppi parrocchiali uniscono all’aspetto religioso anche la cultura e lo svago”.

Se prima del covid il turismo in Umbria vedeva una maggiore concentrazione di turisti sull’assisano “ora le presenza si sono spalmate su tutto il territorio regionale, privilegiando come ‘base’ Perugia e dintorni (soprattutto agriturismi e contry-house) e spostandosi con gite giornaliere nelle città spirituali dell’Umbria”.

La stagione 2020 non è ancora conclusa. Le aspettative di tutto il comparto turistico si spostano su agosto e settembre ma soprattutto per sugli ultimi mesi dell’anno e i primi del 2021. “Se l’emergenza sanitaria non si acuirà – conclude Gordini – ci aspettiamo un risvolto positivo per gli arrivi nella regione”.
Annalisa Marzano