di Angelo M. Fanucci
Abbiamo chiuso l’ultima finestra chiedendoci: come potremmo invitare ad assistere a un battesimo le mezzecalzette che hanno sparato e sparano a zero sull’altissima qualità della nostra visione della vita? La visione incarnata nei tria munera [tre doni e incarichi] fondamentali che vengono assegnati al bambino appena battezzato: sacerdote, re e profeta.
Ma, su un piano ben più serio, è ancora più importante chiedersi come mai, nella riproposizione del battesimo a preludio del matrimonio, il ricordo di questa seconda, essenziale, importantissima parte del rito di iniziazione venga omessa dall’Ordo che norma l’amministrazione dei sacramenti.
Oltretutto, se viene sottaciuto l’impatto morale e culturale che sulla vita del battezzato produce l’acqua misteriosa – che è quella della creazione, quella del diluvio universale e soprattutto quella che, mista a sangue, uscì dal costato trafitto di Cristo in croce – , tutto il rito sacro rischia di ridursi a magia, o a cerimonia, a qualcosa che comunque non c’entra niente con la futura qualità della vita degli sposi…
Una situazione che mi è parsa intollerabile. Ho rimediato a modo mio. Sul libretto personalizzato che metto a disposizione degli sposi e di tutti presenti al loro matrimonio, appena il celebrante ha detto “… perché, inserito in Cristo, sacerdote, re e profeta, tu sia sempre suo membro vivo, fino alla vita eterna” ho aggiunto: “Dio onnipotente e buono, questi due fidanzati il giorno del loro battesimo vennero consacrati a te con il sacro crisma, e venne augurato loro di rimanere per tutta la vita inseriti in Cristo, sacerdote, re e profeta. Oggi quell’augurio diventa un impegno che essi assumono insieme. Aiutali con la tua grazia, Signore, Dio del cielo e della terra.
– Aiutali a essere sacerdoti, cioè impegnati a celebrare nella trama quotidiana dell’esistenza la vita come dono sacro, da accogliere dalle tue mani e da rilanciare generosamente a beneficio di chi nella vita cammina accanto a loro, soprattutto i più poveri.
– Aiutali a essere re, cioè forti e decisi nel rifiutarsi di subire il mondo in cui vivono così com’è, con tutte le sue brutture e le sue superficialità, e di dominarlo, per quanto possono, per contribuire con tutti gli uomini di buona volontà a farne il luogo di accoglienza della verità, del bene, di Dio e la casa di tutti.
– Aiutali a essere profeti, a parlare, più con la vita che con le parole, di ciò che arricchisce davvero la vita, la rende degna di essere vissuta e la conduce verso Dio”.
Ho inserito. Ho fatto male? La prossima volta lo faccio di nuovo.