Un futuro denso di progetti

Intervista a Francesco Venturi, nuovo Presidente dell'Opera del Duomo. Tra le priorità oltre al restauro delle opere del costituendo museo, anche la manutenzione dell'archivio e della biblioteca.

Circa due mesi fa, in un clima piuttosto burrascoso, si è insediato il nuovo Consiglio dell’Opera del Duomo, ‘evento’ atteso dalla città e salutato con comprensibile favore. Per conoscere la situazione attuale e le tendenze decisionali del nuovo Consiglio, abbiamo avvicinato il giovane presidente, l’avv. Francesco Venturi. Emerge un quadro incoraggiante, soprattutto per quanto attiene ai rapporti di collaborazione con i diversi riferimenti culturali cittadini, per una costruttiva progettualità futura. Che cos’è, presidente Venturi, l’Opera del Duomo? ‘L’Opera del Duomo è una fabbriceria, istituzione di origine antichissima, che ha il compito primario di provvedere alla manutenzione della cattedrale. In Italia ci sono 24 fabbricerie dotate di personalità giuridica e tra le principali c’è quella di Orvieto. Nata nel 1290 quando si pose la prima pietra della cattedrale, l’Opera si identificava in origine con il cantiere. Dopo un percorso storico complesso si concretizzò il passaggio ad un preciso organismo dotato di personalità giuridica’. Quali sono le questioni più importanti che interessano la Fabbriceria nella sua ordinaria attività? ‘Le problematiche da affrontare sono molte. Il Duomo è allo stesso tempo bene di culto e bene culturale e ciò determina esigenze diverse, come la conservazione e i restauri delle opere d’arte di proprietà dell’Opera che saranno esposte nel costituendo museo, la manutenzione dell’archivio e della biblioteca, la gestione delle proprietà immobiliari, il personale, i servizi in appalto’. E riguardo al nuovo Consiglio? ‘È una ‘fabbrica’ complessa che deve essere gestita con criteri rispondenti a logiche di impresa ed è necessaria la qualità di un intero Consiglio per avere una buona amministrazione, dato che la forza stessa di questa istituzione è la collegialità del consiglio, in cui il presidente è primus inter pares. Nel Consiglio in carica ci sono competenze adeguate ed è proprio per questo che il presidente ha attribuito a ciascun consigliere una delega. Il meccanismo sembra funzioni molto bene. È un Consiglio operativo, dove naturalmente non manca il confronto dialettico, che sta lavorando su diversi aspetti ma uno degli obiettivi primari è l’apertura del museo’. È proprio il museo una delle realizzazioni più impegnative. ‘Non nascondo che rappresenta anche una delle maggiori preoccupazioni; ereditiamo un progetto già impostato, peraltro non in tutto condivisibile. La fase di completamento necessita di tempi non brevi: ci sono le infrastrutture, gli impianti, gli allestimenti ed i restauri ancora da fare. In breve tempo, comunque, saremo in grado di informare la collettività sul progetto e sui tempi di attuazione’. Programmi per i prossimi periodi? ‘Oltre al museo il Consiglio ha in mente una serie di programmi diretti a dare maggiore spessore all’Istituzione. Siamo intenzionati a creare un maggiore contatto con la collettività, anche perché l’Opera è patrimonio di tutti. Passata questa prima fase di organizzazione, necessaria per consiglieri neofiti quali noi tutti siamo, vorremmo che l’Opera fosse promotrice di iniziative dirette a valorizzare il Duomo e il Miracolo eucaristico. Ad Orvieto c’è un clima favorevole, ci sono rapporti ottimi e di massima collaborazione con tutte le istituzioni cittadine: bisogna approfittarne’.

AUTORE: Francesco Della Ciana