Un impegno che viene da lontano

Editoriale

Riflettere insieme e discutere a più voci sulla nostra piccola grande regione e sul “bene comune” che le è proprio rappresenta un compito di alto valore culturale ed umano. Il convegno di sabato 19 ad Assisi – sul quale torneremo in seguito con un ampio servizio – è una modalità che va nella direzione del ripensamento critico di una vita regionale che dura da trenta anni. Ripensamento critico non sta per giudizio negativo, deplorazione o contrapposizione preconcetta. Ma è da intendere come ricerca costruttiva per una conoscenza il più possibile realistica della realtà nelle sue dimensioni sociali, economiche, educative, etiche, evitando esasperazioni da parte di chi governa e da parte di chi svolge il ruolo di opposizione. Nella nostra regione, proprio per le sue dimensioni a livello umano, potrebbe essere svolto un discorso costruttivo e lungimirante che tenga conto, appunto, del bene comune e non solamente dell’aumento dei voti. Il tallone d’Achille della democrazia è proprio questa continua ansia di cercare consensi a tutti i costi, fino al punto di suscitare sentimenti bellicosi nella gente, seminando odi e risentimenti. Non mi riferisco solo alle deplorevoli discussioni tra i partiti a livello nazionale, ma anche a quelli dei Consigli di enti locali e persino delle riunioni di condominio. L’iniziativa della Commissione per le questioni sociali, il lavoro, la giustizia e la pace della Conferenza episcopale umbra va in questa direzione, mettendo insieme in una ricerca congiunta uomini e donne di diversa estrazione sociale e diverso orientamento politico su un tema di interesse generale. Questo tentativo non nasce oggi, ma, senza andare troppo indietro nel tempo, ha avuto un impulso nel dopoguerra per iniziative dei vescovi e di laici intelligenti e di matura fede, con iniziative culturali e sociali volte a sostenere le popolazioni nel momento aspro e difficile dell’esodo dalle campagne umbre. Anche la fondazione di questo settimanale, La Voce, ha avuto dall’inizio una dimensione regionale, svolgendo opera di formazione delle coscienze, richiamando al senso di responsabilità civile e della tradizione cattolica, contro pericolose derive di contrapposizione sociale e politica radicale. Oltre alla comunicazione – formazione, sul piano ancora più generale, la Chiesa in Umbria è intervenuta con opere, di assistenza sociale nelle parrocchie e nelle diocesi, di sostegno agli anziani e ai disabili. La rete delle parrocchie e delle istituzioni cattoliche è stato ed è un tessuto connettivo su cui la regione trova un forte sostegno, anche dal punto di vista turistico ed economico. Il convegno quindi viene da lontano, ha radici profonde, ed è legittimato dalla condivisa convinzione che la Chiesa con le parole e con le sue costanti iniziative può dare motivi in più per progettare il “bene comune”. Non cerca per sé altro che libertà e rispetto, offrendo – nulla pretendendo in cambio – il suo spirito di servizio alla popolazione regionale, senza discriminazioni di sorta.

AUTORE: Elio Bromuri