Un medico colpito dal… mal d’Africa

L’ex presidente dei Medici cattolici di Perugia è stato in Malawi insieme alla delegazione capitanata dall’arcivesco- vo Bassetti

Nei primi anni ’90, don Remo Bistoni, a cui tutti riconoscono il grande merito di avere iniziato insieme a don Gino Vicarelli il progetto di collaborazione fra la diocesi di Perugia e quella di Zomba e fondato l’associazione Amici del Malawi, convocò me ed altri colleghi responsabili delle attività dell’Associazione dei medici cattolici di Perugia, e ci disse in modo perentorio, come è nel suo stile: “Ma voi che cosa fate per il Malawi?”. Ne sapevamo molto poco, ma dalla sollecitazione di don Remo alcuni nostri colleghi cominciarono a fare qualcosa. Ci furono riunioni per conoscere meglio la realtà di quel Paese e le iniziative portate avanti dalla diocesi di Perugia. Successivamente alcuni medici, a titolo volontario ed anche grazie ad alcune facilitazioni concesse dalla Direzione aziendale dell’ospedale di Perugia, si recarono in Malawi, nell’area della città di Zomba, e cominciarono a collaborare con la diocesi locale per portare un concreto sostegno soprattutto alle strutture sanitarie locali. In questo ambito di attività, sollecitate più dall’entusiasmo che da una non impeccabile progettazione, altre iniziative furono prese dagli amici e colleghi medici, iniziative ben note che negli ultimi anni hanno dato risultati importanti, anche grazie al più efficace coordinamento dell’associazione Amici del Malawi. Ma prima di questa esperienza vissuta recentemente non ero mai stato in Malawi, un po’ per gli impegni professionali e un po’ anche per quella apatia che ci blocca quando si devono preparare viaggi non agevoli o affrontare qualche sacrificio come vaccinazioni e terapie preventive. Comunque ero desideroso di fare un’esperienza diretta delle belle iniziative che mi raccontavano i miei amici e che ascoltavo con senso di ammirazione. Ho avuto questa opportunità finalmente con il viaggio della folta delegazione di Perugia, guidata dall’arcivescovo mons. Gualtiero Bassetti e da don Saulo, dal 26 aprile al 2 maggio scorso; un tempo breve ma intenso per un’esperienza umana straordinaria, con l’inaugurazione del “Solomeo Pirimiti Rural Hospital” e della falegnameria a Thondwe, e la visita ai 5 asili attivati e sostenuti da alcune parrocchie di Perugia. Ho potuto così conoscere dal vivo la realtà del Malawi, di quella realtà che a Zomba e in particolare a Pirimiti e a Thondwe è stata così profondamente toccata dall’opera degli Amici del Malawi di Perugia in collaborazione con la diocesi di Zomba. È stato un viaggio non privo di difficoltà, ma affrontato con gioia e con entusiasmo, anche per l’esempio offerto dai compagni di viaggio, e in particolare dalla signora Paola di 88 anni, dotata di straordinaria vitalità. La mia prima impressione è stata quella di aver preso coscienza della generosità di tanti amici di Perugia, che a vario titolo e con modalità diverse hanno già dato tanto alla popolazione del Malawi in una gara di solidarietà, creando le premesse per importanti iniziative future. Ma mi hanno molto colpito le bellezze naturali di quel Paese, ricco di vegetazione e di acqua, dai colori variegati ed intensi, e la popolazione africana, con la nutrita schiera di bambini, che non sembra preoccuparsi del domani e vive apparentemente senza problemi. In realtà ne hanno molti e non se rendono conto, a cominciare dalla condizione di povertà assoluta. La loro vita media è assai bassa, la mortalità infantile è molto elevata per le malattie infettive, facilitate dalla scarsa igiene, per lo stato di denutrizione, per la mancanza di farmaci a noi facilmente accessibili. Mi sorge spontaneo il desiderio di fare qualcosa di più concreto per loro, ma mi rendo conto delle difficoltà di ordine pratico, oltre che della necessità di rispettare la loro cultura e le loro tradizioni, ben diverse dalle nostre. Quello che è stato fatto finora dalla comunità di Perugia è già molto, un punto fermo importante, che tuttavia potrebbe vanificarsi se non si mantiene alta l’attenzione e se non si continua ad addestrare correttamente soprattutto il personale delle strutture sanitarie. Da un lato ciò rappresenta una forte sollecitazione ad agire, sull’esempio di tanti amici che si sono impegnati finora; dall’altro, un motivo di fiducia e di speranza per continuare a lavorare insieme, cercando di trarre maggior profitto dagli insegnamenti del passato, oltre che migliorare e razionalizzare di più gli interventi da attuare. Personalmente vorrei tornare in Malawi, ma con un impegno ed un ruolo ben definito.

AUTORE: Fausto Santeusanio