Un “padre” con molti figli

Casalalta. Ricordo di mons. Giovanni Marchetti, ex direttore del “Crispolti”, a 60 anni dalla scomparsa

In questi giorni si sono compiuti 60 anni dalla morte di mons. Giovanni Marchetti, nato a Casalalta, per circa 40 anni direttore dell’Istituto Crispolti e per 20 anni parroco della parrocchia di Santa Prassede. Una rappresentanza degli ex alunni e della parrocchia si sono recati al cimitero di Casalalta, accolti fraternamente dal parroco don Marcello Bugnini, da un folto gruppo della popolazione locale e dal nipote Gianfranco Marchetti. Nella celebrazione della messa, la personalità del sacerdote è stata sintetizzata in due parole: padre e pastore. Padre di molte centinaia di giovani dell’Istituto e pastore attento nella parrocchia. Don Giovanni ha operato in un periodo difficile prima per la crisi economica del 1929, poi per la guerra del 1940; c’era povertà vera e molti ragazzi bisognosi chiedevano di essere assistiti. Don Giovanni cercava di imbarcare tutti, ma, con grande sacrificio, doveva provvedere al vitto, alla scuola o ad una attività professionale ed alla formazione culturale e religiosa. Aveva fiducia nella Provvidenza che puntuale arrivava sempre: un podere, una casa, un’offerta… I negozianti erano generosi nell’offrire derrate varie “ai crispoltini”, ammirati per lo spirito di sacrificio del direttore, che appariva un padre che aveva tanti figli. Ogni anno organizzava una lotteria, frequentata da tutta la cittadinanza, il 15 agosto, anniversario della fondazione dell’Istituto da parte di un sant’uomo: il can. Luigi Crispolti. Alla lotteria c’era sempre un dono del S. Padre, del Re, del Governo, del Comune e di cittadini generosi; Vincenzo Palmucci offriva sempre una bicicletta. II palco, la sistemazione dei doni e la vendita dei biglietti erano curati dagli ex alunni e da Pio Ruggeri. I “crispoltini” in divisa suonavano nella banda; don Giovanni a volte suonava la cassa. I Vescovi diocesani amavano molto l’Istituto e sostenevano il direttore perché il Collegio seguisse fedelmente i fini istituzionali. Ricordo le visite di mons. Zaffarami e mons. De Santis e l’orgoglio degli ex crispoltini. Ne ricordo alcuni: mons. Adelfo Ciarappa, poi vicario generale della diocesi, il prof. Carlo Pierantoni, poi insegnante di disegno, Romolo Taddei, padre di don Carlo, insegnante di calzoleria, Umberto Mammoli, poi presidente dell’Ac diocesana, Mario Fossombroni, fratello di don Antonio, Guglielmo Forini, maestro di tipografia, Romolo Valentini, maestro di ebanisteria, Guglielmo Mantilacci, poi vicesindaco della città, Vincenzo Campolo, illustre conferenziere che ha dettato quanto scritto su una lapide: “Mons. Giovanni Marchetti per oltre sette lustri direttore di questo pio Istituto ove profuse i tesori inesauribili della sua grande anima sacerdotale vivendo nella umiltà, amando la povertà nella ricchezza della rinuncia e del sacrificio: gli ex alunni e gli amici con cuore riconoscente eternano in questo marmo la sua memoria, luce e guida ai posteri, esempio sublime di carità”. In questa luce ho trovato anch’io la vocazione al sacerdozio, per la quale ringrazio il Signore. E nella parrocchia? II pastore zelante. Usava grande attenzione alla liturgia, alla festa di santa Rita, alla catechesi nei gruppi ed ai problemi della gioventù, per la quale organizzò anche una sede per le riunioni e per i giochi. II Signore lo premiò con tanti collaboratori. Ne ricordo alcuni: Boccali Atalanta, Ferdinandi Eufemia, Berlutti Costanza, Gabusi Attilio, Brozzetti Renata,Vincenzoni Elda, Guiducci Sante, suor Maria Caviglioni, le Sorelle Clarisse, Valentini Valentino, Preside, Sciaramenti Leondina. Nel rione “Borgo” molti ricordano ammirati quando, in occasione del passaggio del fronte nel 1944, per essere meglio protette, intere famiglie scelsero di stare accanto al parroco che aveva aperto i locali più bassi dell’Istituto e la cripta della chiesa. Grande infatti era la paura per gli spezzoni che gli Alleati lasciavano cadere dagli aerei. Nel 1949, ormai reso inabile, ebbe il conforto di frequenti visite dei tuderti, dell’ospitalità del suo successore don Ferdinando Falini e dall’assistenza quotidiana di mia madre. Don Marcello, a Casalalta, ha ricordato che don Francesco Cappuccinelli, nel diario, annotò la meraviglia per tanta folla presente nel giorno del funerale: erano gli ex alunni ed i parrocchiani. Così mons. Giovanni Marchetti è stato lievito di bene nel campo sociale e religioso a Todi e nella diocesi.

AUTORE: Don Vincenzo Faustini