‘Un uomo aperto al dialogo’

Nella chiesa di San Giovanni mons. Ceccobelli ha celebrato una messa di ringraziamento per l'elezione del nuovo pontefice Benedetto XVI

‘È un dono che Dio ci fa’: così il vescovo mons. Mario Ceccobelli ha definito l’elezione del card. Ratzinger alla guida della Chiesa. In una chiesa di San Giovanni affollata, ma non gremita come quando i fedeli erano stati invitati a pregare per il Papa Giovanni Paolo II morente, il Vescovo ha presieduto una solenne messa di ringraziamento per l’ascesa al soglio pontificio di Benedetto XVI. ‘Nel giro di una settimana – ha detto mons. Ceccobelli durante l’omelia – siamo stati coinvolti da tutta una serie di momenti straordinari. Anzitutto l’agonia e morte di Giovanni Paolo II che è stata come la celebrazione di una messa: abbiamo pregato per lui ed ora siamo qui a ringraziare il Signore per averci dato un nuovo Pastore. Siamo numerosi, ma in meno rispetto all’altra volta; la gratitudine si esprime sempre in termini più contenuti’. Sulla elezione del card. Ratzinger con il nome di Benedetto XVI. mons. Ceccobelli ha commentato: ‘In questi giorni sono stati ascoltati tanti commenti, alcuni dei quali anche a sproposito. È bene però che ognuno dica la sua. Personalmente sono molto contento. La sua nomina è passata attraverso la scelta di gente che ha speso una vita per la Chiesa, che ha pregato molto prima di pronunciarsi. Secondo me è un dono che Dio ci fa, è l’uomo migliore per raccogliere e portare avanti l’eredità impegnativa del Papa polacco’. Mons. Ceccobelli motiva la sua convinzione: ‘Era la persona più vicina al Santo Padre, con la responsabilità di custodire il tesoro della Chiesa: la fede. Ci vedo una continuità logica, così come il continuo richiamo al concilio, fatto in questi suoi primi giorni di pontificato, ha tracciato una strada e su quella cammina’. Ha quindi osservato: ‘È un uomo aperto al dialogo come dimostra il messaggio inviato agli ebrei ed a quella Chiesa ortodossa per la quale ha sofferto papa Giovanni Paolo II, morto con il dispiacere di non essere potuto andare a Mosca’. Ha quindi concluso con una notazione sul nome, Benedetto XVI: ‘Ha scelto un Santo della nostra terra, una decisione nella quale molti hanno individuato una preoccupazione per una Europa che si vergogna delle sue radici, di una cultura che ha segnato la storia. Potrebbe preannunciare un impegno deciso per provare a portare queste radici in evidenza’.

AUTORE: Giampiero Bedini