Una diversa ‘Perugia by night’

l'editoriale

Giovani di notte. Un ricordo ormai lontano di una marcia ecumenica Perugia – Assisi, iniziata al mattino presto, prima dell’aurora. Usciti da porta San Pietro, di fronte all’aperta campagna, una ragazza esprime il suo stupore gridando ai compagni di viaggio: ‘Ci sono le stelle!’. Ci vuole la notte per vedere le stelle. Ma ciò non avviene se si dorme, oppure se si veglia dentro una discoteca o nella affollata piazza di una città con un bicchiere di birra in mano, guardandosi attorno per cercare qualcuno con cui scherzare. I giovani amano vegliare. Oggi più che mai, e non solo nel fine settimana. C’è una retorica della notte. Sembra che faciliti la distensione, il rilassamento, fino alla trasgressione. Sentono la notte come un spazio temporale acquisito e requisito alla società adulta. Uno spazio di libertà sottratto al controllo di genitori, censori e vigilanti. Per questo motivo si sono attivati, per utilità commerciali o per ottenere consenso politico, i gestori delle ‘notti giovani’, che hanno aperto locali notturni, discoteche, e amministratori di città che hanno inventato le notti bianche. Intendiamoci. I giovani, poi, di giorno dormono anche fino all’ora di pranzo, e se hanno qualche impegno di studio non si riesce a tirarli giù dal letto. Quelli che hanno un lavoro sono costretti a fare i conti con la sveglia, e faticano a far quadrare l’esigenza dell’orario lavorativo con il fascino della notte giovane. La Chiesa, che è la più antica amica della notte, di cui conosce tutti i segreti e i diversi significati, è stata la prima a invitare i suoi fedeli a ‘vegliare’, a non farsi sorprendere dal sonno. Sono famose le notti della Veglia pasquale, la notte di Natale, la veglia in attesa della Pentecoste, la notte di veglia dei monaci, le adorazioni notturne dei santuari. Su questa base di esperienza si può collocare la ‘Notte con Gesù’ dei giovani umbri. Un lungo pellegrinaggio notturno costruito come una simulazione esteriore, volta a trasformarsi in un itinerario interiore, dell’affascinante percorso fatto da Paolo. Parte dalla strada per Damasco, la città della conversione e del battesimo, e giunge – attraverso le vicende legate all’evangelizzazione – fino a Roma, luogo del suo martirio. Il fine di questo pellegrinaggio notturno è quello di far riscoprire le stelle, anche se i giovani pellegrini saranno invitati a guardare dove mettono i piedi e a seguire la Parola che li accompagna e partecipare ai canti corali proposti. Nell’intimo delle coscienze fioriranno sentimenti complessi e diversi, forse mai prima avvertiti, che si affermano in condizioni di vita del tutto inusuali, lasciando un segno che rimarrà per la vita e costituirà una luce interiore e una riserva di speranza per i tempi difficili. In particolari condizioni dello spirito può avvenire anche una notte di decisione, come per Nicodemo che incontrò di nascosto Gesù. Oppure la notte di Paolo, divenuto all’improvviso cieco sulla via di Damasco: poté riacquistare la vista e aprirsi alla luce della fede dopo il battesimo impartitogli da Anania. I giovani umbri la notte del 23 maggio, la notte dell’Ascensione, si faranno sentire dagli abitanti nelle case. E, per una volta, dalle strade della città assonnata si alzeranno voci di gioia e di pace, diverse dagli urli degli ubriachi fuori di testa, che spesso lacerano il silenzio notturno scuotendo dal sonno i dormienti.

AUTORE: Elio Bromuri