Una tradizione che si rinnova

Tantissimi fedeli al santuario della Madonna della Pasquarella

Non è agevole raggiungere il santuario della Madonna della Paquarella; si trova lungo la strada statale che collega Todi a Baschi, nella gola del Forello, scendendo per un sentiero abbastanza impervio che conduce fino alla chiesa, incastonata tra rocce e fitta vegetazione. La piccola chiesa si è animata domenica 18 aprile, per la festa che in tutta la diocesi è conosciuta come “la Pasquarella”, che viene celebrata la domenica in albis, la prima domenica dopo la Pasqua. Questo giorno è l’occasione per recarsi in pellegrinaggio presso il santuario e la partecipazione è davvero grande, con fedeli che giungono non solo dalle parrocchie vicine, ma anche da tutta la diocesi. È una festa che affonda le sue radici in tradizioni religiose antichissime, che hanno mantenuto intatte la loro importanza. L’origine della chiesa va fatta risalire al Medio evo, quando lungo le sponde del Tevere esisteva un gruppo di monasteri camaldolesi di cui attualmente non resta più traccia. Le vicende di questa chiesa, che oggi appartiene alla parrocchia di Acqualoreto, sono state alterne, avendo essa conosciuto momenti di splendore e di decadenza. Le sorti della chiesa furono incerte fino al 1800, anche se numerosi fedeli continuavano a recarsi presso il piccolo santuario, che nel tempo è stato sede di eremiti questuanti. Nel 1873, con bolla papale, il parroco di Acqualoreto fu incaricato di riaccendere il culto della Madonna della Pasquarella e venne anche ricostruito il sacro edificio caduto in rovina. Ma la Pasquarella non rappresenta per la Chiesa locale solo un bene architettonico o una memoria storica; la piccola chiesa diviene il centro aggregante per una grande festa di popolo, perché ancora oggi richiama a sé tante persone, un momento forte di incontro per testimoniare la fede e riaffermare le tradizioni religiose delle nostre terre. Nella mattinata sono state officiate le funzioni religiose; anche mons. Scanavino è intervenuto, celebrando la messa in questo luogo per la prima volta da quando è vescovo della nostra diocesi.

AUTORE: Francesca Carnevalini