Una via d’uscita al lavoro che manca

Ufficio problemi sociali. Incontro con il prof. Zamagni e convegno su mons. Pagani
Da sin. mons. Fausto Sciurpa, Stefano Zamagni e l’arcivescovo Gualtiero Bassetti
Da sin. mons. Fausto Sciurpa, Stefano Zamagni e l’arcivescovo Gualtiero Bassetti

La sala dei Notari ha fatto da cornice ai due convegni programmati in memoria di mons. Cesare Pagani, il vescovo che fu prima pastore di Città di Castello e Gubbio, dal 1972 al 1981 e poi di Perugia dal 1981 al 1988. Il primo convegno, promosso dall’Ufficio diocesano per i problemi sociali e il lavoro sul tema “Il lavoro che cambia, il lavoro che manca: attese dei giovani e delle famiglie”, ha visto una nutrita partecipazione di giovani. Dopo il saluto dell’arcivescovo mons. Gualtiero Bassetti e l’intervento introduttivo di mons. Fausto Sciurpa, direttore dell’Ufficio è intervenuto Stefano Zamagni, docente di economia presso l’Università degli studi di Bologna e uno dei collaboratori, ha ricordato mons. Bassetti, alla stesura dell’Enciclica di Benedetto XVI Caritas in veritate. “Molti pensano che il lavoro manchi perché ci siano cause oggettive o fatalità ma questo non è vero – ha detto Zamagni spiegando che – la causa sta nel fatto che noi ci ostiniamo a organizzare il processo lavorativo come se fossimo ancora in una società industriale, mentre oggi siamo nella società post-industriale”. Ragionando in questi termini, ha aggiunto, si può trovare una via di uscita. “Si pensa che le uniche imprese che creano lavoro sono le imprese capitalistiche, ma si può aspettare che passi la crisi?”. Per l’economista bolognese occorre piuttosto guardare alle imprese sociali cambiando le leggi sulla cooperazione che oggi impediscono al settore di decollare come accade negli “Negli Stati Uniti dove sono anche quotate in borsa”. Zamagni ha poi toccato il tasto dolente del rapporto scuola – lavoro presentato come opposti, anche da quei genitori che minacciano “se non studi ti mando a lavorare”. “Una frase che non accetto – ha detto Zamagni – perchè il lavoro è visto come una condanna e lo studio come fine a se stesso ma studio e lavoro sono due facce della stessa medaglia!”. Rivolgendosi in particolare ai giovani presenti e alle famiglie il professore, con riferimenti anche alla sua esperienza di padre, ha sollecitato i giovani a partecipare ad attività associative per acquisire quel “capitale di connessione” fatto di capacità di relazionarsi agli altri, progettare insieme, collaborare, che la semplice “istruzione” scolastica o universitaria non può dare, ma che costituisce una abilità fondamentale nel mondo del lavoro.

Due giorni dopo nella stessa sala si è tenuto il convegno di studi su mons. Cesare Pagani con gli interventi di mons. Gualtiero Sigismondi, primo prete ad essere ordinato da mons. Pagani e oggi vescovo di Foligno, che ha presentato Pagani come “profeta” inteso come “colui che radicato nel suo tempo scorge i passi di Dio nella storia”, sottolineando di Pagani “l’eleganza di un’anima che si spende nella lode di Dio e nel dono di sé”. Hanno portato la loro testimonianza del rapporto vissuto con Pagani, Pier Giorgio Lignani, presidente della Terza Sezione del Consiglio di Stato, che con Pagani fu responsabile del Consiglio pastorale diocesano di Perugia. Lignani ha ricordato anche il lavoro di studio e proposta svolto nel Centro regionale umbro di pastorale voluto da Pagani. Stefano Bravi, dell’Università degli studi di Perugia, ha raccontato del rapporto vivace e profondo avuto con Pagani negli anni dell’episcopato di Città di Castello e Gubbio. “Con Pagani – ha detto – non ho mai percepito una Chiesa curiale e clericale!”.

AUTORE: Maria Rita Valli