Un’abside piena di Mistero

Todi. Nel VII centenario jacoponico, in scena un'opera inedita dedicata al frate

Sabato 17 marzo, nell’ambito delle manifestazioni per il VII centenario jacoponico, la compagnia teatrale tuderte ‘I Rusteghi’ ha messo in scena, con il patrocinio dell’Ufficio cultura della diocesi e della Sagrestia della concattedrale, lo spettacolo ‘Jacopone’, per la regia di Giorgio Mori, inedito adattamento del ‘mistero’ in tre atti e cinque quadri della poetessa tuderte Margherita Chiaramonti Caporali. Quella che è stata compiuta è una vera e propria operazione di recupero culturale di un’opera mai rappresentata prima, adattata e rivisitata secondo il gusto odierno, dando largo spazio alla componente tuderte. Il dramma sacro è stato portato alla conoscenza del pubblico cercando anche di rispettare quello che Gianluca Prosperi, nella presentazione dell’opera, ha definito ‘lo spirito devozionale e didascalico che ne ha ispirato la composizione, insieme alle altre sacre rappresentazioni di cui l’autrice curava l’esecuzione nelle chiese del territorio tuderte’. Ha favorito il successo della rappresentazione il contesto architettonico della basilica cattedrale, la cui abside è stata il perfetto scenario dell’azione teatrale; ottime le scelte della regia, che ha saputo rispettare l’impostazione originale dell’opera ed ha articolato in cinque quadri i momenti salienti della vita travagliata del beato Jacopone, in un andamento circolare che anticipa all’inizio parte della scena finale della morte nel convento delle Clarisse di Collazzone, per ripercorrerne poi tutta la vita. All’agilità ed al movimento scenico hanno contribuito in modo determinante anche la scenografia allusiva, le coreografie curate dal centro di formazione coreutica di Maida Mazzuoli, le musiche sacre e profane (con la consulenza di Patrizia Marirossi) e l’uso suggestivo delle luci nel contesto architettonico dell’abside della concattedrale. Da lodare la capacità, la bravura e l’impegno degli organizzatori, del regista e degli interpreti che sono tutti ‘locali’, fatto questo che è stato sottolineato anche dal vescovo Giovanni Scanavino, che ha auspicato una rinascita dell’antica comunità tuderte attraverso il recupero delle sue radici e la loro valorizzazione diretta, mediante la rilettura degli elementi peculiari della sua storia, delle tradizioni e della civiltà ‘costruita’ dai suoi cittadini. Amore, coraggio ed umiltà sono i valori che hanno reso grande Jacopone da Todi e che oggi stanno a ricordarci questa eminente figura; valori che egli espresse e difese con passione adempiendo i suoi doveri e battendosi per una libertà responsabile, con coerenza etica e senza paura per tutta la vita.

AUTORE: Renato Domenico Orsini