Uniti contro la Manovra

Regione Umbria, Province, Comuni, Enti: tutti d’accordo contro i tagli decisi a Roma

L’aumento degli abbonamenti dei pendolari dei treni, già annunciato, è entrato in vigore dal 1° luglio, con un incremento del 20 per cento; ma ora che cosa accadrà in Umbria, se ci saranno tagli pesanti al trasporto pubblico locale dopo la Manovra? È uno degli interrogativi che si può porre il cittadino, per capire concretamente cosa accadrà dopo l’approvazione definitiva del decreto 78 sui provvedimenti anticrisi. Perché fino a questo momento, come al solito, si sono intrecciati tanti numeri ed altrettante fosche previsioni, ma esempi concreti non ne sono stati fatti.

L’interesse del cittadino è quello di sapere, ad esempio, che cosa accadrà dei “servizi a domanda individuale” dopo la Manovra. L’iscrizione all’asilo nido del figlio aumenterà o no? È indubbio che la manovra finanziaria incontra opposizioni trasversali al colore politico, se lo stesso Roberto Formigoni, presidente della Regione Lombardia, senza emergenze legate al disavanzo della Sanità, come avviene nel Lazio e in Campania, contesta nel merito i tagli parlando di grandi difficoltà nell’erogazione dei servizi essenziali. In Umbria, nel frattempo, si registra il fronte unico delle istituzioni contro la Manovra.

“L’80 per cento del bilancio della Regione Umbria è vincolato alla Sanità; e del restante 20 per cento, solo la metà può essere gestito in modo discrezionale”, ha detto la presidente della Giunta regionale, Catiuscia Marini, in una conferenza congiunta di Regione, Province, Anci e Uncem per spiegare “la scarsa possibilità della Regione Umbria di incidere a livello regionale sugli effetti negativi della manovra finanziaria del Governo”. Partiamo dall’elenco dei tagli. La Marini ha ribadito che “il bilancio regionale non potrà assicurare nei prossimi due anni a Comuni, Province e Comunità montane lo stesso livello di risorse degli anni passati, sia per effetto dell’azzeramento degli stanziamenti connessi con le funzioni della legge Bassanini, sia per effetto di inevitabili e considerevoli tagli su tutti gli altri interventi regionali”. I settori più a rischio sono il trasporto pubblico, la viabilità, l’ambiente ed i servizi sociali.

Il taglio è pesante: meno 93 milioni e mezzo di euro, di cui oltre 15 riguarderanno il bilancio della Regione e quasi 34 quello di Comuni, Province ed ambiti territoriali, mentre 41 milioni incideranno direttamente su imprese e cittadini. Mancheranno in Umbria, secondo i dati diffusi dalla Regione, un milione e mezzo di euro per le borse di studio, 2 milioni e mezzo per le politiche sociali, un milione e 800 mila euro per il fondo affitti, 2 milioni per il fondo famiglia, quasi 5 milioni in meno per i trasporti, 6 milioni e mezzo per la non autosufficienza e 3 milioni per il fondo occupazione. La Marini ha annunciato che non ci sarà un aumento di tasse.

Si registra, infine, un dato positivo: in tempi di crisi, pare superata la guerra dei municipi e dei vari enti, che ora fanno fronte comune per cercare di superare le difficoltà anche attraverso la razionalizzazione delle spese. Solenne cerimonia per ricordare i 40 anni della Regione UmbriaDa Pietro Conti a Catiuscia Marini per ricordare i 40 di vita della Regione Umbria, la cui prima assemblea legislativa si tenne il 20 luglio 1970 in sala dei Notari a Perugia. Ora, proprio 40 anni dopo, martedì 20 luglio alle 10.30 il Consiglio regionale dell’Umbria si riunirà in forma solenne e straordinaria nella sede di allora.

All’iniziativa istituzionale “Quaranta anni di vita regionale”, promossa dai presidenti del Consiglio, Eros Brega, e della Giunta regionale, Catiuscia Marini, sono stati invitati i sindaci dei 92 Comuni umbri, i presidenti delle due Province di Perugia e Terni, gli ex consiglieri regionali di tutte le legislature, i presidenti dei Consigli regionali italiani e le autorità civili e religiose. Il programma prevede l’intervento di apertura del presidente del Consiglio regionale, Eros Brega; la professoressa Giacomina Nenci dell’Università di Perugia parlerà di “Identità regionale e storiografia”; il professor Gian Candido De Martin dell’Università Luiss affronterà il tema “Il regionalismo tra titolo V e prospettiva federalista”. L’intervento di chiusura è affidato alla presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini.

Nella presentazione dell’iniziativa, i presidenti Brega e Marini scrivono che “l’anniversario cade in una fase di grande attenzione al ruolo dei poteri delle Regioni, con un dibattito pubblico che propone ancora temi che sono stati motivo di riflessione e di impegno fin dalla nascita dell’istituzione: regionalismo, decentramento, autogoverno, modo nuovo di fare politica. Lo testimoniano le parole e l’impegno di Fabio Fiorelli, primo presidente del Consiglio e di Pietro Conti, primo presidente della Regione, che da subito sentirono come prioritario l’obiettivo di evitare la distanza tra potere politico e società civile, indicando come metodi da seguire quelli del dialogo e della partecipazione”. Ecco, forse bisognerà ricordare perché, dopo 40 anni di Regione, la distanza tra Palazzo e cittadino si sia ampliata così tanto. Nel corso dell’incontro saranno proiettate immagini della seduta d’insediamento del Consiglio regionale del 20 luglio 1970.

AUTORE: E. Q.