Verso la ‘professionalizzazione’ di chi gestisce le associazioni di volontariato

Le attività di formazione promosse dal Centro servizi per il volontariato di Perugia

Associazionismo e volontariato rappresentano due realtà in continua evoluzione che, proprio per la varietà di dimensione e la molteplicità dei settori in cui operano, necessitano di un comune coordinamento. Nel capoluogo umbro con questa finalità dal 1997 opera il Cesvol, Centro servizi per il volontariato Perugia, che raccoglie 60 associazioni alle quali fornisce servizi, assistenza e supporto anche nel settore tecnico – amministrativo. La normativa complessa che regola il terzo settore infatti, ha trasformato le organizzazioni non profit in realtà complesse che hanno bisogno di professionalità molto qualificate, sia per la prestazione dei servizi, sia per il management di gestione. “Il Cesvol – ha spiegato il presidente, Giuliano Ciani – è una struttura tecnica che raccoglie associazioni che, in ogni caso, mantengono la loro autonomia e la loro indipendenza. Nel nostro Centro non esiste un’associazione che predomina sulle altre, ma abbiamo creato un organismo unitario tra gruppi diversi che, in alcuni casi, collaborano e realizzano progetti comuni. Ciò ha consentito alle varie associazioni di entrare in contatto e anche di fare conoscere all’esterno – grazie all’attivazione di un servizio di comunicazione – la loro attività”. Ma c’è di più. Le organizzazioni del terzo settore – che nel nostro paese negli ultimi dieci anni hanno occupato un posto significativo nella realizzazione delle politiche e della lotta all’esclusione sociale – pur godendo di agevolazioni fiscali, sono costretti a rispettare tutta una serie di adempimenti (obbligo di uno statuto, redazione di un rendiconto economico- finanziario, obbligo di annotazioni separate tra attività istituzionale e commerciale) che rendono quasi indispensabile corredarsi di una buona organizzazione e di uno staff di esperti con competenze pari ai manager aziendali. “Gestire un’associazione di volontariato – ha sottolineato Ciani – ora non è una cosa semplice perché i criteri di gestione sono complessi. Esistono dei problemi legati alla contabilità ma, in particolare, servono esperti per reperire i fondi. Ormai le associazioni ricevono i finanziamenti in base ai progetti che vengono presentati. Questo particolare ha cambiato la vita delle onlus che hanno bisogno di professionisti che conoscano bene la materia che siano in grado di redigere e seguire dei buoni progetti, per poi accedere ai finanziamenti. Esistono una pluralità di proposte e, sotto alcuni aspetti, le associazioni entrano quasi in concorrenza tra di loro”. Ida GentileL’attività del Cesvol di PerugiaIl profondo cambiamento avvenuto nel terzo settore ha portato il Cesvol (Centro servizi per il volontariato) di Perugia a puntare prevalentemente sulla formazione del personale che opera all’interno delle associazioni. “Abbiamo attivato corsi di formazione – spiega il presidente del Cesvol, Giuliano Ciani – sia per la gestione amministrativa, sia per l’alfabetizzazione informatica. A ottobre sono stati attivati sedici corsi e nei prossimi mesi ne partiranno altri venticinque. Un altro filone formativo importante è quello del reperimento dei fondi. Il corso specifico per questo settore, la cui parte formativa copre tutti gli aspetti fiscali, è stato affidato ad esperti della materia ed è stato seguito da 35 soggetti, di cui 11 di fuori regione”. Sempre su questo argomento, sono stati pubblicati “I Quaderni del Cesvol”, che hanno riscosso un notevole successo, tanto da essere richiesti da altri centri associativi. Oltre alla formazione, sempre sul fronte della gestione fiscale, il Centro ha attivato in tutta la provincia di Perugia otto sportelli operativi che offrono gratuitamente servizi di consulenza a tutte le associazioni. Questo tipo di servizio, che non è esclusivamente tecnico, è stato pianificato con l’intento di venire incontro anche alle associazioni che operano fuori dal capoluogo. Tra le altre attività del Cesvol, c’è anche quella della promozione dell’attività. “Abbiamo portato il mondo del volontariato nelle scuole – ha raccontato Giuliano Ciani – Siamo andati in sedici istituti e i ragazzi hanno collaborato ad alcuni nostri micro-progetti. Quest’esperienza ha permesso ai giovani di conoscere più da vicino il mondo dell’associazionismo che spesso passa inosservato anche per gli adulti. Alcuni di loro hanno collaborato con l’Unione italiana ciechi realizzando il progetto del libro parlato. Un vero successo, infatti alcuni giovani hanno continuato a dedicare tempo all’iniziativa”. Di grande utilità, secondo il presidente del Cesvol, per le associazioni si sono rivelati anche il servizio di comunicazione e quello di orientamento, “utili a far conoscere all’esterno l’attività delle singole realtà associative e a indirizzare chi vuole spendere parte del proprio tempo in attività utili agli altri”. “Lo scorso anno abbiamo ricevuto 350 richieste da parte di persone disponibili a prestare servizio nelle nostre attività”. Il presidente del Cesvol ha anche sottolineato che la polverizzazione e l’evoluzione del volontariato potrebbe avvantaggiare le grandi organizzazioni penalizzando quelle più piccole. “Le strutture come il Cesvol dovrebbero aiutare a superare questo problema. In programma c’è anche la possibilità di iniziare a finanziare progetti di settore condivisi da varie associazioni”.

AUTORE: I.G.