Vescovi in pagina

In questa tribuna, alla quale abbiamo invitato ad esprimersi i nostri vescovi umbri, mi inserisco per una volta per far rilevare a chi legge l’importanza degli interventi che essi, a volta a volta, hanno sviluppato e vorranno svolgere in seguito, ogni settimana. Abbiamo avuto finora articoli di mons. Vincenzo Paglia, vescovo di Terni Narni Amelia, di mons. Sergio Goretti, vescovo di Assisi Nocera e Gualdo, di mons. Giuseppe Chiaretti, arcivescovo di Perugia Città della Pieve, di mons. Pietro Bottaccioli, vescovo di Gubbio, di mons. Riccardo Fontana, arcivescovo di Spoleto Norcia. Ciascuno di loro ha proposto un tema ed ha espresso in modo semplice e chiaro un messaggio che attende di essere preso nella dovuta considerazione, sia per l’intrinseco valore dei testi scritti, sia per l’autorevolezza degli Autori. Non mi soffermo a ricordare gli argomenti finora trattati, mentre desidero sottolineare la posizione che essi occupano nella struttura del giornale. Sono collocati all’inizio, come in una vetrina, della serie delle pagine diocesane. Con ciò s’intende porre in relazione la dimensione diocesana del giornale nella sua completezza, cioè con la presenza del vescovo. Una diocesi realizza la sua unità di Chiesa locale e particolare per mezzo del suo segno visibile che è il pastore, successore degli Apostoli. Senza questo segno la diocesi risulta come decapitata, acefala.Mentre la presenza dei vescovi insieme sia pure nell’alternanza settimanale evita che una diocesi possa sentirsi isolata oppure autocefala, come si definiscono le Chiese ortodosse. La Voce, che è nata per una spinta unitaria delle diocesi umbre e per unanime decisione intende mantenere tale dimensione regionale trova nella presenza del pensiero e delle riflessioni dei vescovi il riscontro preciso della sua identità. Ed inoltre, attraverso gli articoli che trattano temi religiosi di più ampio respiro, che sono di comune interesse per l’intera comunità cristiana, contenuti nelle pagine otto e nove, si viene a superare anche la pura e semplice sfera territoriale nella prospettiva della comunione con gli uomini e le donne del nostro tempo, a partire dai fratelli nella fede. Queste prospettive che tengono conto, senza scorciatoie, del particolare, del territoriale e dell’universale, in un continuo sforzo di confronto e di dialogo ritengo che ogni lettore possa trarre un vantaggio, nel senso di potersi arricchire di ciò che offre la propria comunità di appartenenza più vicina con quanto avviene o si dice o si soffre o si prega nelle comunità sorelle sparse nel territorio prossimo e nel mondo remoto. Un tale progetto di giornale, che cerchiamo di realizzare non senza fatica e sforzo sincero, che ritengo valido in sé, è richiesto anche dai tempi in cui viviamo che si possono caratterizzare con la parola “frammentazione”, un fenomeno che deve preoccupare per quanto ha di individualismo e di chiusura, atteggiamenti contrapposti allo spirito del vangelo.

AUTORE: Elio Bromuri