Vincere la violenza

UMBERTIDE. Il Comune ha indetto una manifestazione in ricordo del carabiniere Donato, per trovare la forza di guardare avanti. Presenti la Lorenzetti e il Vescovo

L’assassinio del carabiniere Donato Fezzuoglio, durante la rapina alla filiale del Monte dei paschi di Siena, consumata con una ferocia senza uguali, ha scosso e provato l’intera regione chiamata a confrontarsi, una mattina, con una realtà che ha messo a dura prova certezze che si ritenevano ormai consolidate. Di ‘isole’ purtroppo non ne esistono più; forse bisogna prenderne atto, seppur con rammarico, e guardare oltre con tutte le conseguenze del caso. Questa violenza non ci appartiene. Non è del popolo umbro questa brutalità così efferata e assassina. Così la presidente della Regione, Maria Rita Lorenzetti, alla affollata e sentita manifestazione pubblica svoltasi in piazza Matteotti dopo i funerali di Donato, indetta dall’Amministrazione comunale, per ritrovare tutti insieme la capacità di reagire alla violenza che ha investito la città, per avere uniti la forza di guardare avanti, all’insegna dello slogan: ‘Umbertide: una città civile vince la violenza’. Erano presenti anche il vescovo diocesano, mons. Mario Ceccobelli, i sindaci di molti comuni della regione con tanto di gonfalone civico. Una manifestazione promossa per ripartire e non arrendersi di fronte alla violenza criminale, che in maniera del tutto inaspettata ha colpito una città tranquilla come quella frattegiana, pur in un mondo globalizzato che non dà garanzie di sicurezza in nessun angolo della terra. Erano presenti tutte quelle che si possono definire le forze vitali della città, quali le associazioni, le parrocchie e fino alle scuole. Il sindaco Giulietti ha parlato della sicurezza, ma, anche della solidarietà che da sempre ha contraddistinto la città altotiberina, composta da persone sane e laboriose. Umbertide si è ritrovata nel suo ‘cuore cittadino’, piazza Matteotti, per affermare che questi episodi le sono estranei, così come all’Umbria. Tra la gente tanti volti noti. Ruggero Radaelli, responsabile del centro di accoglienza ‘Jerry Masslo’, il quale ci ha detto che, dopo l’emozione forte del momento, bisogna ritornare a pensare con la testa. Qui ad Umbertide si è fatto tanto dal punto di vista della solidarietà e dell’accoglienza; così tutti gli ospiti del Centro e tutti gli immigrati si sentono demoralizzati, pieni di cordoglio verso questa terribile morte, cercando anch’essi una risposta plausibile. Giampaolo Giostrelli, animatore del Gruppo missionario, ripete quasi ossessivamente che non bisogna abbandonare le ‘armi’ del cristiano, ovvero quelle della fede e della preghiera. Soprattutto in questo momento difficilissimo, in cui si sperimenta l’impotenza di fronte a forze così brute e irrazionali, ognuno deve riprendere in mano l’invocazione a Dio, ciascuno nel proprio credo, ma tutti orientati verso l’unico Padre celeste.

AUTORE: Fabrizio Ciocchetti