Da famiglia a famiglia

Secondo seminario di preparazione del Convegno ecclesiale regionale

Collevalenza, secondo incontro di preparazione del convegno ecclesiale regionale di ottobre dedicato alla famiglia. Il terzo incontro si terrà il 20 aprile a Spoleto. A metà del cammino chiediamo a Letizia e Elio Giannelli, dell’Ufficio regionale di pastorale familiare e, con padre Luciano Temperilli, coordinatori della commissione preparatoria del convegno, di fare il punto della situazione. Cosa sta maturando nelle diocesi, da questi seminari preparatori del convegno regionale? ‘Questo percorso seminariale si sta rivelando una bella esperienza per tutti: il clima è sempre più familiare, informale, persino gioioso. È un’occasione per una riflessione corale intorno alla loro identità, al loro ruolo dentro e fuori la Chiesa, quasi un laboratorio delle famiglie delle otto Diocesi umbre, guidato da don Sergio Nicolli responsabile della Pastorale Nazionale che segue in prima persona questo nostro itinerario. L’orizzonte tracciato è nuovo, come ci ha ripetuto ieri d. Sergio, la pastorale si deve occupare non solo della coppia sponsale ma anche della coppia genitoriale’. Come è andata la giornata di Collevalenza? ‘Nel seminario del 27 i figli sono stati protagonisti. Accolti dagli scout di Todi, dopo le lodi si sono incontrati per gruppi e hanno sviluppato il tema della famiglia che poi loro se stessi hanno presentato a tutta l’assemblea alla ripresa dei lavori pomeridiani’. Quali sono i punti che stanno emergendo dalle riflessioni e dal confronto? ‘Alla famiglia deve essere ridata la fiducia in se stessa. Più che un annuncio di ‘principi’ e di ‘verità’, c’è da sviluppare un accompagnamento serio nella formazione della coppia, prima e subito dopo il matrimonio e rispetto all’orizzonte educativo che la coppia può sviluppare. Viene fuori sempre più evidente che la famiglia deve puntare sullo stile di vita perché è con esso che passano i valori. Due sono i modi: riscoprire l’intreccio delle relazioni che la fondano e il senso che le rende autentiche, piene, appaganti e generative; riscoprire e inventare il legame con le altre famiglie per costruire una realtà ecclesiale viva che testimonia’. Indicazioni su come realizzare tutto ciò? ‘La metodologia è quella della prossimità, dell’accompagnamento, dell’accoglienza, della condivisione e dell’aiuto reciproco. Le famiglie vanno raggiunte dove vivono, coi loro problemi. Poi viene l’andare in profondità nella spiritualità coniugale con l’ausilio delle scienze umane radicate nella visione personalistica oggi molto sviluppata’. Come si sta lavorando nelle diocesi alla preparazione del convegno regionale? ‘Sono presenti al seminario le famiglie responsabili della Pastorale famigliare delle otto diocesi umbre con una equipe diocesana. Le diocesi si stanno organizzando con i rispettivi uffici nei modi più vari per far conoscere ma soprattutto ‘ruminare’ insieme, come ci ha scritto Francesco, i vari contenuti che ci vengono proposti. Le famiglie, come ci ha scritto Nicoletta, ‘sono esseri creativi e pensanti e hanno molto da dire’ ed insieme si cerca una metodologia nuova che risponda alle esigenze, che porti uno stile nuovo che possa dare un contributo serio e vitale. Prosegue Nicoletta: ‘Vogliamo osare e lavorare per una pastorale in cui si ritorni a proporre il sogno e la profezia, volando alto, invece di fermarsi alla semplice analisi della realtà che intristisce tutti”.I seminari lasciano spazio al confronto delle famiglie presenti con i relatori”I vari interventi sia quelli del 20 ottobre che quelli del 27, come sarà per quelli del 20 aprile, sono arricchiti degli approfondimenti di tutti. Anche perché alcuni temi, soprattutto in alcune diocesi, sono stati più volte trattati e da lì possono venire i contributi maggiori per tutti. Mettersi in rete, fare rete è la ricchezza. L’Ufficio di Pastorale familiare di Gubbio nel comunicarci come stanno operando in vista del prossimo convegno di ottobre tra le altre cose ci ha scritto che ‘tutte le coppie che hanno partecipato hanno detto di essersi sentite arricchite dalle cose ascoltate, ma anche e soprattutto dall’avere incontrato tante altre persone che condividono le stesse loro speranze e difficoltà, insomma dall’essersi sentiti Chiesa.’

AUTORE: Maria Rita Valli