Europa e Russia, un vecchio gioco

Chi aveva detto che con la “fine delle ideologie” era finita anche la storia? Dove per “storia” s’intendeva quella dei conflitti, delle alleanze, delle guerre più o meno mondiali. Ora, a parte che la storia non è solo quella, di guerre e conflitti ne abbiamo avuti fin troppi anche dopo la fine delle ideologie. Oggi abbiamo l’aggressione della Russia contro l’Ucraina e ci accorgiamo che la guerra fredda fra l’Est e l’Ovest era solo sospesa, non finita, anche se le ideologie non c’entrano più nulla. C’entra invece in questo caso l’imperialismo russo, come ai tempi degli zar, poi a quelli di Stalin e adesso con Putin. Le vere radici delle guerre sono i fattori etnici (il nazionalismo) ma soprattutto gli interessi economici, la ricerca del potere, del dominio sul territorio. Chi ha vissuto i decenni della guerra fredda (diciamo dal 1945 al 1990) poteva credere che lo scontro fra l’Occidente liberale e l’Oriente comunista fosse un fatto ideologico, ma non era vero. Nella prima fase della Seconda guerra mondiale, Hitler e Stalin erano alleati, benché fossero agli antipodi ideologicamente (molto simili, invece, nel modo di governare); poi Hitler aggredì la Russia e Stalin si alleò con le grandi democrazie occidentali. Le democrazie occidentali (che all’epoca erano anche potenze imperiali) fecero causa comune con Stalin perché così potevano difendersi dall’aggressione hitleriana; ma se Hitler non le avesse minacciate e aggredite, non avrebbero avuto difficoltà ad allearsi con lui contro Stalin. Il mito delle Potenze occidentali che si battono contro i tedeschi per restituire libertà e democrazia all’Europa è, appunto, una favoletta; a loro interessava salvaguardare la loro egemonia sullo scacchiere mondiale, tant’è vero che mezza Europa la lasciarono a Stalin. Di nuovo, dunque, la Russia muove i suoi carri armati; ma ha, di più, il potere che le deriva dalle sue fonti di energia, dalle quali dipende buona parte dell’Europa, Italia compresa. È questa un’arma più efficace della bomba atomica. Come sempre, noi italiani scherziamo sull’orlo del vulcano.

AUTORE: Pier Giorgio Lignani