Veltroni caccia voti cattolici. E anche Rosy sbarca in Umbria

Forti le idee e la proposta politica dei cattolici al convegno di Assisi. Maria Prodi per Bindi: 'Pd, vere possibilità di scelta o non voteranno'

Assisi, giorno primo del convegno Cattolici, Riformatori e Democratici (1-2 settembre 2007): il trionfo personale di Walter Veltroni. Assisi, giorno secondo: la forte affermazione dei cattolici. Il giorno primo, in prima fila, ecco i vertici diessini umbri. Logico, aspettavano Veltroni. Il giorno due, tali vertici scomparvero. Forse disinteressati ad ascoltare il professor Franco Garelli (su cattolici e partito democratico), Dario Franceschini e il ministro Giuseppe Fioroni, deus ex machina della due giorni assisiate. Al giorno due, però, passato l’effetto-calamita veltroniano sul Teatro Lyrick, la forza dei cattolici del Pd è emersa chiaramente. Soprattutto a livello di proposta politica, di idee. Ed è emerso anche che se ai diessini del Pd togli Walter il Grande, per imporsi nel nuovo partito possono puntare esclusivamente sulla forza dei numeri, di fronte alla potente e complessa capacità di analizzare le questioni ‘di peso’ dei cattolici, etiche per prime. La sintesi di questo discorso l’ha fatta Marco Follini, ossia l’ultimo uomo politico che ti saresti aspettato di vedere ad Assisi, che ha pure garantito la sua simpatia politica a Veltroni e Franceschini: ‘La lunga partita fra Dc e Pci – ha detto l’ex segretario dell’Udc – in Italia è stata innegabilmente vinta dalla cultura cristiana e cattolica’. Quindi, se i Ds giocheranno ‘di forza’ sulle cariche, si potrebbe anche azzardare, sin d’ora, che il Pd non sarà ‘la casa’ dei cattolici. O, almeno, di molti di essi. Walter ‘il francescano’ e i voti cattoliciPer battere il centro-destra, Veltroni caccia consenso nei territori cattolici: per ora in quelli della Margherita, poi – quando Pd sarà – in quelli dell’Udc. Nemmeno la scelta di uno dei luoghi per eccellenza della cristianità – Assisi – è stato un caso, come l’affettuoso pranzo coi frati francescani. Ottimo comunicatore, Veltroni ‘il francescano’ si è rivolto ai cattolici del Lyrick parlando di San Francesco, di Giovanni Paolo II, della caduta d’attenzione sulle politiche di riarmo mondiale, di Aldo Moro, dei musulmani fratelli, di come lotta alla povertà e crescita economica non possono essere disgiunte perché ‘sorelle’, di redistribuzione della ricchezza, dei 2000 bambini accattoni che ha ricoverato a Roma, della lotta allo sfruttamento e alla prostituzione. ‘Volemose bene’. E Bocci applaudeIl messaggio del ‘volemose bene’ veltroniano alla platea cattolica di Assisi è stato strenuamente supportato dai big cattolici presenti: da Dario Franceschini, a ‘Beppe’ Fioroni, a Silvia Costa, a Maria Pia Garavaglia, sua vicesindaco a Roma. E dal parlamentare diellino Gianpiero Bocci, il regista umbro della due giorni di Assisi, che ‘ quasi per mano – ha accompagnato sul palcoscenico del Teatro Lyrick lo stesso Veltroni, consegnandolo all’ovazione. Adesso, però, altro punto è capire come reagirà la base dei cattolici che sperano nel Pd e, soprattutto, quanti di loro voteranno alle primarie del 14 ottobre prossimo. Una scarsa affluenza a queste primarie, specie dei cattolici, non sarebbe certo un buon viatico per il Pd, al di là del leader scelto. Presentato il 31 agosto scorso, il comitato umbro Io sto con Rosy, sostiene la candidatura di Rosy Bindi alla guida del futuro Partito democratico. I promotori avvieranno il prossimo 7 settembre – nelle principali città umbre – la raccolta di firme per le liste regionali a sostegno dell’attuale ministro della Famiglia, unica candidata donna alla segreteria del Pd, in vista delle primarie del 14 ottobre. ‘Il comitato da noi promosso’, ha detto l’assessore regionale Maria Prodi, ‘non è né chiuso, né concluso e auspichiamo più candidature alla segreteria regionale, in modo che esista una vera competizione, basata sui programmi. Eppure, nella accesa discussione fra i due partiti fondatori del PD, a proposito della segreteria regionale mi pare ci si sia scordati di qualcuno, e qualcuno non trascurabile: i cittadini. I cittadini elettori che leggono allibiti i giornali e che sarebbero chiamati – loro – a decidere che partito vogliono e affidato a chi. E se presumiamo che centinaia di migliaia, o magari milioni di persone rispondano all’appello, non possiamo ingabbiarli in decisioni già prese, in accordi che sanno di spartizioni precostituite. Perché, se si sentono presi in giro, non andranno a votare’. Il coordinatore umbro del movimento dei cristiano-sociali, Nicola Molé, ha aggiunto: ‘Serve un Partito democratico diffuso e popolare tra la gente, che si basi sulla democrazia partecipata e contribuisca a far rinascere la politica in Italia. Il suo processo di formazione è lungo ed è lo sbocco naturale del progetto ulivista. Scegliamo Rosy’ – ha precisato Molè, perché vede la politica come servizio, ha svolto bene ogni compito che le è stato finora assegnato e, soprattutto, è la più di centro-sinistra fra i candidati, perché non cerca alleanze di nuovo conio”.

AUTORE: Paolo Giovannelli