Una strada per ritrovare il cuore

Nella lettera quaresimale mons. Vincenzo Paglia indica le tre direttrici principali per il rinnovamento spirituale: Vangelo, digiuno e carità

Un messaggio forte è risuonato in questo febbraio valentiniano, quello di una comunità e di una città che deve avviarsi verso un nuovo futuro, con una nuova linfa spirituale, con una maggiore intelligenza nell’anticipare i problemi e con un’attenzione più perspicace nell’aprirsi alle nuove prospettive. Dalla necessità di questo risveglio spirituale prende le mosse anche la lettera quaresimale che mons. Paglia ha indirizzato all’intera comunità cristiana, civile ed istituzionale, e che sarà distribuita a tutti, nei giorni prossimi. Nello stesso titolo sono indicate le tre direttrici lungo le quali seguire la strada del rinnovamento, abbandonando quella del conservatorismo rassegnato che fa vedere e difendere solo i propri e gretti privilegi: il Vangelo, il digiuno, la carità per ritrovare il cuore. Il rinnovamento deve partire da uno spirito nuovo, perchè a tutti è chiesto di avere un cuore nuovo, non più di pietra ma di carne ‘ si legge nella lettera ‘ La società ha bisogno di cuori che battano d’amore per gli altri, in un mondo che diviene sempre più duro specie con i più deboli, mentre si rischia di divenirne complici ‘ sottolinea il Vescovo ‘ E il tempo della Quaresima è un tempo opportuno per ritrovare la linfa spirituale della vita, per farci tornare all’essenziale, per fermarsi un poco e trovare il senso delle proprie giornate. La tradizione della Chiesa offre tre suggerimenti per questo tempo: se vuoi ritrovare il cuore leggi il Vangelo, pratica il digiuno e vivi la carità. Nella Quaresima è necessario dare un po’ del proprio tempo nell’ ascoltare la Parola di Dio: essa va diretta al cuore – scrive mons. Paglia ‘ Con perseveranza, ogni giorno, si dovrebbe prendere più familiarità con il Vangelo, leggendolo con attenzione anche in famiglia o magari, come alcuni giovani, davanti alle scuole prima della lezione. La pratica del digiuno aiuta la purificazione del cuore con il distacco dalle ricchezze e dal cibo. Nella tradizione il distacco dal cibo fa scoprire una carità più pronta e generosa con i poveri, con gli ammalati e bisognosi. Ecco che la carità diventa generosità verso i deboli per aiutarli, nel dare l’elemosina quando s’incontrano agli angoli delle strade. Aiuto che deve essere rivolto specie ai bambini poveri, di quelle aree del mondo nelle quali la nostra diocesi già opera: Ntambue, Albania, Kossovo, Perù, Guatemala, Betlemme’ ‘ si legge nella lettera ‘ ‘in questo modo ridaremo a noi e alla nostra terra un cuore. Così si edifica una città meno crudele e più compassionevole’.

AUTORE: Elisabetta Lomoro