“Famiglia protagonista, per il bene comune”

Politica. Intervista alla candidata del Pdl alla presidenza della Regione dell’Umbria, Fiammetta Modena

Per la prima volta il centrodestra può pensare di vincere le elezioni regionali. Fiammetta Modena ha un compito difficile ma si è gettata con grande entusiasmo in questa competizione dicendo più volte che si tratta di “un’occasione irripetibile”. Se il Pdl ha per la prima volta l’occasione di vincere, perché non c’è stato l’accordo con l’Udc? “Noi abbiamo cercato un accordo con l’Udc; francamente ci sembrava anche la soluzione naturale, perché l’Udc è sempre stato un nostro alleato storico. Su questa vicenda ha influito molto la questione nazionale. Posso dire che l’intesa su nomi esterni non si è trovata perché l’unica proposta era Luisa Todini, che notoriamente non ha accettato la candidatura. Nei fatti non c’era quindi un’ipotesi di lavoro. Secondo noi l’Udc ha portato avanti con grande determinazione in Umbria quello che è stata l’operazione Marche in base alla quale il centrosinistra si è presentato insieme all’Udc senza Rifondazione comunista. In Umbria la sinistra non l’ha voluto. Quando l’Udc ha ricevuto il no definitivo, la linea nazionale del partito era quella di correre da soli nelle regioni ‘rosse’. Infatti l’Udc corre da sola in Emilia-Romagna e Toscana. Nonostante questo, siamo arrivati a parlare fino con il presidente Berlusconi, delegato per fare gli accordi con l’Udc, per fare un tentativo fino all’ultimo secondo pur di trovare un’intesa. La trattativa è stata fatta direttamente dal Presidente ma non è andata a buon fine perché c’era una volontà nazionale diversa dell’Udc. Leggo la candidatura della Binetti come la volontà di andare nei fatti a sostenere, dopo le elezioni – naturalmente in caso di vittoria del centrosinistra – lo stesso centrosinistra con una specie di accordo mascherato”. Che cosa c’è da cambiare in Umbria? “Bisogna avere il coraggio di comprendere che in questa regione non si produce sufficiente ricchezza, e che l’idea che abbiamo del benessere sociale diffuso è un’accontentarsi del poco. Si è creata quindi una contraddizione, perché da una parte c’è poca ricchezza e dall’altra non siamo più in grado di garantire il benessere sociale. Questa situazione è determinata dalla presenza di un Pubblico ipertrofico che non garantisce più l’efficienza dei servizi sociali e occupa gli spazi che invece che devono occupare le imprese e le attività produttive”. Come si potrebbe mettere in atto questo cambiamento? “Attraverso il principio della sussidiarietà orizzontale. Da un lato è indispensabile partire dal presupposto che il bene comune si raggiunge rendendo protagoniste le formazioni sociali, la famiglia, le organizzazioni del volontariato. Nel programma che abbiamo strutturato, siamo partiti dalla riflessione che hanno fatto i Vescovi ad Assisi il 19 dicembre. Ci siamo posti il problema di declinare in politica il tipo di impostazione sul bene comune. Dall’altro lato, bisogna ricominciare a produrre ricchezza scommettendo sulle nostre attività produttive e su chi opera da libero professionista”. Legge sulla famiglia: come pensa di attuarla? “Se diventerò presidente della Giunta regionale, la famiglia, con l’applicazione della relativa legge, sarà una priorità. Soprattutto per aiutare le famiglie vulnerabili e quelle che vivono in condizioni di disagio. È un momento difficile e dobbiamo guardare con grande attenzione a chi è rimasto indietro. Per il sostegno alla maternità non possiamo dimenticare che a livello nazionale abbiamo il ‘Piano 2020’ che deve essere assolutamente adottato nella nostra regione. Prevede le cosiddette ‘mamme di giorno’ che prestano il loro lavoro per tenere le famiglie degli altri. Si prevedono bonus per donne che hanno figli e corsi di formazione per quelle che magari sono state a casa per curare bambini e anziani e decidono di ritornare nel mondo del lavoro. Abbiamo strumenti nazionali che vanno utilizzati, anche se in questa regione se ne parla poco”. La spesa sanitaria copre gran parte del bilancio regionale. Quali gli interventi da prendere? “Sulla sanità il Pdl ha scelto una politica molto chiara, senza polemiche. Crediamo però che sia un servizio da migliorare, perché la sanità umbra si trova in una forma di stasi. Tutto parte dal fatto che i conti devono tornare. È ovvio, ma dobbiamo affrontare con coraggio il problema – vero – delle liste di attesa e adottare un principio base: i direttori generali, che non rispettano i tempi delle liste d’attesa, devono essere cambiati. Occorre, inoltre, razionalizzare le spese inutili per liberare risorse a favore dell’assistenza”. Come si può rendere più snella la macchina pubblica? “Partiamo dalla considerazione che un pubblico impiegato ha un lavoro che rappresenta un valore. Ma si trova chiuso da un’impostazione mentale che non prevede il merito, e ha invece troppo spesso premiato solo le appartenenze. Quando parliamo di razionalizzazione del pubblico impiego, non è che pensiamo di licenziare gli impiegati pubblici: questo deve essere molto chiaro. La burocrazia non è solo il costo degli stipendi, ci sono molti altri costi da razionalizzare”. Durante la campagna elettorale ha colto la disaffezione nell’elettorato? “Noi dobbiamo far capire il ruolo importante della politica: un impegno civile, una passione, una missione della vita. Credo che in questa campagna elettorale, nonostante una certa tendenza all’astensionismo, molti abbiano capito che l’astensione in Umbria sarebbe come votare a sinistra. E quindi non cambiare”. Ogni tanto si sente dire, anche nel Pdl, che il centrodestra non vuole vincere. Perché? “È un’idea paradossale. Dal 2007 vinciamo nelle elezioni amministrative, al punto che governiamo in 23 Amministrazioni e ci piace l’idea di andare a governare. Non c’è un motivo al mondo per cui non dovremmo fare il possibile. Per carità, anche al nostro interno possiamo avere i nostri problemi, gli screzi, come in tutte le forze politiche. Però mi colpisce il fatto che, se da noi tira uno spiraglio di vento, è sempre una tragedia e vogliamo perdere. Dall’altra parte si ‘ammazzano’ per il listino, come è successo recentemente, e la cosa, tutto sommato, non scandalizza nessuno: è un fenomeno culturale un po’ strano”. IL PERSONAGGIO Avvocato e giornalista,sempre con l’occhio al sociale Fiammetta Modena è nata a Perugia nel 1965. Laureata in giurisprudenza, esercita la libera professione a Perugia come avvocato ed è titolare dello studio legale insieme alla sorella Laura. Personalmente si occupa di diritto civile e amministrativo, prediligendo i rami della famiglia, eredità, lavoro, società e infortunistica in generale. Prima di dedicarsi alla attività forense e alla politica ha svolto l’attività di giornalista, professione in cui è iscritta all’Albo. Sin da giovanissima si è interessata ai problemi del settore sociale e in particolare alle tematiche femminili. La Modena ha una grande esperienza in Consiglio regionale. Eletta per la prima volta nelle elezioni del 23 aprile 1995, è stata riconfermata nel 2000 risultando il candidato più votato della lista di FI. Rieletta nel 2005. Nel tempo ha ricoperto vari incarichi: vicepresidente del Consiglio, presidente della commissione Statuto. È stata a lungo capogruppo di Forza Italia e poi del Pdl. Fiammetta Modena è appoggiata da Pdl e Lega; conta candidati importanti sul territorio Nella sua sfida al centrosinistra Fiammetta Modena è appoggiata da due liste: Pdl e Lega Nord. La coalizione avrebbe potuto essere ancora di più allargata se ci fosse stato l’accordo con l’Udc e con un’altra lista, espressione del “Federalismo democratico umbro”, che, secondo alcuni, avrebbe dato paradossalmente fastidio e messo a rischio l’elezione sicura di qualche consigliere uscente del Pdl. Per una serie di veti incrociati, non se ne è fatto niente. Nella lista del Pdl compaiono tutti i consiglieri uscenti Armando Fronduti, Andrea Lignani Marchesani, Massimo Mantovani, Enrico Sebastiani, Franco Zaffini, Alfredo De Sio, Raffaele Nevi e Alfredo Santi. Di rilievo anche le candidature che possono incidere nel territorio. A Spoleto, Maurizio Hanke, a Foligno, Daniele Mantucci, già candidato a sindaco per il Pdl nel 2009 e l’ex consigliere provinciale Stefano Zuccarini, a Todi l’attuale vicesindaco, Moreno Primieri. Tra i candidati con maggiore probabilità di elezione ci sono anche i consiglieri del Comune di Perugia, Massimo Monni e Rocco Valentino. Candidati nel listino, con la Modena, ci sono Renzo Baldoni, Franco Campagni, Lucio Cannelli, Alessandro Cenci, Dario Guardalben, e Micuela Ugolini.

AUTORE: Romano Carloni