Africa – Europa: la sfida di una inevitabile interdipendenza

Le tecnologie dell'Europa e le risorse umane dell'Africa: insieme possono fare molto

Da alcune settimane sono in Europa. Ho dovuto visitare vari paesi europei con particolare attenzione l’Italia. Ho incontrato africani ovunque in numero crescente dallo scorso anno! Molti arrivati legalmente usando le normali vie di comunicazione, altri arrischiando la vita su barconi di fortuna che legano la sponda sud a quella nord del Mediterraneo! Alcuni sono studenti universitari; stanno studiando per acquistare una competenza che poi sperano di investire nei paesi di origine. Altri sono nel mondo dello sport, dove stanno ottenendo risultati eccezionali. Ci sono poi quelli che hanno un normale contratto di lavoro continuo o stagionale come della raccolta dei pomodori, frutta, vendemmia. Molti arrivati per fuggire la miseria dei paesi di origine, altri perché invitati dall’industria europea bisognosa di braccia. L’Europa non può fare a meno degli africani e dell’Africa! In Africa è lo stesso! Si trovano europei ovunque! Non soltanto le crescenti ondate di turisti! I missionari sono presenti ovunque da oltre duecento anni, segni e strumento d’incontro alla luce della fede e della solidarietà cristiana! Le organizzazioni non governative si sono moltiplicate come i funghi! Poi ambasciate, consolati, industrie che aprono filiali, il mondo dell’arte e della moda che cerca nuova ispirazione e mercati! Banche che aprono uffici! Volere o volare sta emergendo un nuovo tipo di relazione fra l’Europa e l’Africa! Ambedue cercano di scrollarsi di dosso le vergogne del passato, tutte a scapito dell’Africa! La schiavitù e il colonialismo! Ora l’invasione sregolata e corrotta delle multinazionali. I due continenti hanno bisogno l’uno dell’altro! L’Europa più equipaggiata in tecnologia e organizzazione. L’Africa più forte in risorse umane, spirituali, artistiche e materie prime. Alcune lingue europee conosciute da milioni di africani come l’inglese, il francese, il portoghese, l’italiano, sono strade aperte che facilitano la comunicazione e lo scambio. Le distanze sono minime tanto più corriamo sugli stessi meridiani, quindi è giorno e notte lungo tutta la fascia sia in Europa che in Africa. Unicità del momento storico I due continenti stanno ricostruendosi una identità ritagliata più su confini continentali che su quelli nazionali. Il processo di unità europea (Ue) ispira e stimola quella africana (Ua) che era stata il sogno dei padri fondatori dell’Africa indipendente come il tanzaniano Julius Nyerere, il ghanaense Kwame Nkruma, il senegalese Leopold Senghor, il sudafricano Albert Luthuli, il keniota Jomo Kenyata. L’attuale momento storico dell’Africa poi è gravido di energie positive e di speranza: non per niente il presidente sudafricano ha parlato di Rinascimento africano. Le democrazie del Kenya, Zambia, Malawi, Sudafrica, Nigeria, Botswana e Senegal ispirano il resto del continente e fanno sperare nella fine delle dittature. L’Europa si sta dando una identità che vada oltre l’organizzazione finanziaria per giocare un suo ruolo più decisivo nel palcoscenico politico odierno. E’ urgente rompere l’imperialismo finanziario e militare degli Stati Uniti. Per il bene degli sfruttati e poveri del mondo, che sono poi i tre quarti della umanità. L’Europa dovrebbe scrollarsi da dosso la filosofia liberistica americana che mette il profitto finanziario e la potenza militare innanzi a tutto e rimpinzarla con quella civiltà dei valori etici che Paolo VI chiamò la ‘civiltà’ dell’amore e Giovanni Paolo Il la ‘civiltà della solidarietà’. L’ispirazione cristiana espressa attraverso l’insegnamento sociale della Chiesa può correggere la globalizzazione finanziaria a servizio dei ricchi e potenti a cominciare dagli Stati Uniti con la visione e la strategia di una solidarietà e del bene comune di cui l’Africa ha urgente bisogno.

AUTORE: Francesco Pierli