Ai giovani vogliamo dare una stella

DIOCESI. Apre le attività la Consulta di pastorale giovanile. Quali attività, quali linguaggi usare per avvicinarsi alle nuove generazioni in preda a varie forme di malessere?

La Consulta di pastorale giovanile ha aperto le attività pastorali del nuovo anno riunendo il vescovo mons. Paglia, il vicario episcopale per la pastorale mons. Brodoloni, i rappresentanti delle sette vicarie diocesane e quelli delle associazioni e movimenti che operano, a vario titolo, nel mondo giovanile. Un incontro per fare il punto sullo stato dell’arte dell’attività della Chiesa diocesana e per programmare il futuro, in una realtà ecclesiale e sociale che non può fare a meno della freschezza ideale e operativa delle nuove generazioni. Una società che, spesso, proprio nei giovani vede crescere il disagio, manifestato in forme di violenza e prevaricazione non sempre giustificabili e controllabili. Rivolgendosi ai giovani presenti, il Vescovo ha fatto riferimento agli episodi di bullismo, teppismo e ai suicidi, tanti e troppi tragici fatti di cronaca che hanno caratterizzato l’inizio anno a Terni e che hanno avuto come protagonisti dei ragazzi giovanissimi. ‘È indispensabile nel contatto con i ragazzi – ha detto mons. Paglia – mostrare concretamente quell’amore per l’umanità che è proprio del Vangelo, essere ciascuno compagnia dell’uomo e dell’altro’. Una necessità che lo stesso mons. Paglia aveva ribadito commentando la morte di una sedicenne di Terni: ‘Queste morti, ma anche certi fenomeni di violenza adolescenziale, non sono altro che la punta dell’iceberg di un mondo adulto che, incosciente, corre verso la rovina ‘ sono state le parole del Vescovo – e per questo bisogna scuoterci da un pericolosissimo torpore’. Per mons. Paglia, ‘il problema degli adolescenti sta nel mondo degli adulti, dove alla fine quello che conta sembra essere ogni giorno di più il cieco interesse individuale. Il nostro cuore è obnubilato, e non ci sono più stelle da seguire: per questo i nostri adolescenti tendono a rifiutare un mondo senza ideali e senza amore’. Per il Vescovo ‘bisogna ricominciare da un profondo esame di coscienza nelle famiglie, ma anche la scuola si deve riappropriare della propria funzione educativa: preferirei uno schiaffo in più che una falsa tolleranza fonte di egocentrismo’, questa la conclusione del presule. In questo percorso s’inserisce anche il ruolo educativo della Chiesa che, attraverso i compiti e la natura propria della pastorale giovanile, può dare risposte alle domande dei ragazzi cercando sempre di stare al passo con i tempi. Obiettivi che secondo mons. Brodoloni possono essere perseguiti con un maggiore collaborazione e coordinamento e ‘usando linguaggi diversi, dando maggiore incisività all’aspetto missionario e alla formazione in questo ambito’.

AUTORE: Elisabetta Lomoro