Marleni Yucumá Vázquez è una rappresentante dei contadini colombiani, e il suo lavoro consiste soprattutto nella conservazione dei semi, che è un’attività vitale per la sopravvivenza della biodiversità e dell’autonomia verso le multinazionali dell’agrobusiness. Marleni faceva parte della delegazione del Repam (Rete ecclesiale panamazzonica) della Colombia che nei giorni scorsi ha incontrato il Papa. Quando, per il tramite del Movimento Laudato si’, sono giunti ad Assisi, avevo la sensazione che anticipassero nella propria carne l’esortazione apostolica Laudate Deum.
Con Papa Francesco hanno parlato della necessità di una governance condivisa tra comunità indigene e istituzioni nelle terre amazzoniche; della necessità di frenare l’estrattivismo minerario energetico, della regolamentazione dei fondi di cooperazione in Amazzonia, del rafforzamento delle culture e della valutazione del contributo della conoscenza ancestrale e contadina per la cura dell’Amazzonia.
Papa Francesco “è molto consapevole che il compito è difficile e che è una lotta di residenza abbastanza forte”, ha commentato Juan Felipe Martinez, segretario esecutivo dell’organizzazione. Inoltre il successore di Pietro li ha incoraggiati a continuare a lavorare, e ha detto loro che “il patrimonio dei saperi risiede nella base”, cioè nelle comunità che abitano i territori.