Animatori di comunità

Esercizi spirituali per diaconi e ministri istituiti

Dal 15 al 19 ottobre la villa delle Figlie della Misericordia ha ospitato gli esercizi spirituali per diaconi, aspiranti e ministri istituiti. Questi sono giunti alla 20a edizione, animati da un clima di consolidata fraternità per tutta la durata degli incontri. Come al solito, sono stati organizzati, con ammirevole dedizione, da mons. Lorenzo Giacchi, icona vivente dell’impegno che non conosce limiti di età e di salute. Le meditazioni sono state tenute, con profondità teologica e spirituale, non disgiunta da chiarezza e simpatia, da padre Daniele Gianre, basate sulla preghiera di ordinazione diaconale. Si è evidenziato come la vocazione diaconale sia basata sul continuo flusso di amore che la Trinità riversa sull’uomo allo scopo di salvarlo, culminante con l’offerta del Figlio incarnato fattosi servo fino al sacrificio della croce. Solo l’esperienza di tale Amore può generare la capacità di dare amore ai propri fratelli nel bisogno e nella povertà, la più grande delle quali è quella di non avere Cristo. I cristiani, dunque, e i diaconi in particolare, sono chiamati a ‘generare’ Cristo negli altri uomini, come è stato concesso dalla grazia, in modo speciale, a Maria. Un Cristo che nella sua totalità (offerto, sofferente, morto, risorto, glorioso quale agnello immolato ma vivente) sia modello per tutti. La strada umana è stata tracciata da Maria che, coniugando la fede con la ragione, ha detto il suo ‘sì’ definitivo e si è completamente abbandonata alla volontà di Dio, morendo al suo io ed ai suoi piani umani, per compierne la volontà, pur con sofferenza indicibile, resa sopportabile dalla consapevolezza di essere strumento di Dio per la salvezza dell’umanità di ogni tempo e luogo. L’uomo è chiamato a tornare al luogo da cui è nato, entrando nella dinamica di amore e comunione totale della Trinità, diventando, ora e qui, pur con i suoi limiti umani, esso stesso eucaristia vivente per i fratelli che la Provvidenza gli ha messo a fianco, a cominciare dalle proprie spose e figli, familiari e amici, fino ai lontani. Che rivoluzione nelle parrocchie ed anche nella società civile, se pochi di noi, almeno nella relazione coniugale, fossero ed apparissero icone viventi dell’amore che Dio ha per l’umanità e Cristo per la Chiesa, sua sposa! Gli esercizi sono terminati con una celebrazione eucaristica particolarmente sentita per la partecipazione delle mogli e dei familiari. Spose, appunto, che sono chiamate alla sottomissione, non già alla volontà dei propri mariti, ma a quella che li ha chiamati al servizio diaconale. Alla fine, tutti i partecipanti hanno espresso la volontà di continuare nei prossimi anni tali incontri, non escludendo, anzi auspicando, iniziative analoghe che coinvolgano, con altrettanta partecipazione, il clero locale e, magari, anche i laici.

AUTORE: V. M. P.